Con la dieta mediterranea la mente non decade
La dieta mediterranea colpisce ancora: mangiare pesce, pollo e insalata evitando carne rossa, salumi e latticini preserva memoria e pensiero
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La dieta mediterranea colpisce ancora: mangiare pesce, pollo e insalata evitando carne rossa, salumi e latticini preserva memoria e pensiero. «In altre parole, con la dieta mediterranea cala il rischio di decadimento cognitivo legato all’età» afferma Georgios Tsivgoulis dell’Università di Atene, professore associato di neurologia all’Università dell’Alabama, Stati Uniti, e primo firmatario di un articolo pubblicato su Neurology. «La demenza è un disturbo comune tra gli anziani, con una prevalenza di circa il 15% tra i settantenni. Attualmente non esistono strategie per prevenirla né terapie in grado di risolverla» spiega il neurologo. Tuttavia, studi epidemiologici suggeriscono che fattori legati alla dieta si associano a un basso rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer, una delle cause più frequenti di demenza. «La dieta mediterranea è un modello alimentare caratterizzato da un elevato consumo di alimenti di origine vegetale e olio d’oliva, con basso apporto di grassi saturi. Seguire questo tipo di regime alimentare non solo allunga la sopravvivenza, abbassando il rischio cardiovascolare e la mortalità per cancro, ma riduce anche le probabilità di Alzheimer» spiega Tsivgoulis. Proprio per chiarire il legame tra demenza e dieta mediterranea, insieme ai colleghi, il neurologo greco ha valutato l’associazione tra adesione alla dieta mediterranea e deterioramento della funzione cognitiva nei 17.478 afro-americani e caucasici partecipanti allo studio Regards (Reasons for geographic and racial differences in stroke study), partito tra il 2003 e il 2007 e ancora in corso. L’adesione è stata calcolata con un questionario, mentre lo stato cognitivo è stato valutato al momento dell’arruolamento nello studio e annualmente durante un follow-up medio di circa 4 anni. I risultati? Chi seguiva la dieta mediterranea aveva il 19% in meno di probabilità di sviluppare disturbi cognitivi o di memoria. Senza differenze tra afro-americani e caucasici, ma con significatività minore tra i partecipanti ammalati di diabete. «La dieta è solo una delle componenti di uno stile di vita che può ridurre i disturbi cognitivi negli anziani. Esercizio fisico, controllo del peso, astensione dal fumo e cura di diabete e ipertensione sono ugualmente importanti» conclude il ricercatore.
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