Integratori alimentari inefficaci contro ca prostatico
Nonostante gli integratori alimentari siano molto usati dai pazienti affetti da cancro della prostata (si stima che siano assunti in 1 fino a 3 quarti dei casi), una nuova review realizzata da Paolo Posadzki e colleghi dell’Istituto coreano di medicina orientale a Daejeon (Sud Corea) afferma che essi non sono efficaci per tale indicazione. Il team è giunto a queste conclusioni dopo avere confrontato i dati relativi a 478 pazienti affetti da cancro alla prostata di gravità variabile arruolati in 8 studi – randomizzati in doppio cieco placebo-controllati – condotti in Olanda e Usa. Per valutare in modo incontrovertibile se gli integratori fossero in grado di curare il cancro alla prostata, i ricercatori hanno esaminato gli esiti considerando i singoli costituenti dei prodotti: minerali (selenio, zinco, rame e magnesio), vitamine (D, B2, B6, B9, B12, C ed E), antiossidanti e composti vegetali come isoflavoni, carotenoidi, licopene, fitosteroli, fitoestrogeni, e altre sostanze (CoQ10 e n-acetilcisteina). In ogni trial, i pazienti avevano assunto un integratore – diverso a seconda dello studio – e sono stati monitorati per un periodo compreso da poche settimane a 5 anni. Nel complesso, 6 studi hanno dimostrato che gli integratori non hanno portato ai pazienti benefici maggiori rispetto al placebo o ad altro tipo di supplemento. In due studi si è rilevato un calo significativo dei livelli di Psa (indicatore controverso di processo canceroso) tra i pazienti che assumevano una combinazione di integratori, rispetto al gruppo placebo, tuttavia nessuno di questi studi ha coinvolto più di 50 persone e due sono stati sponsorizzati dai produttori dei supplementi. «Il messaggio principale è che non esiste un integratore miracoloso per il cancro alla prostata» conclude Posadzki, aggiungendo che «nessun supplemento può sostituire il valore di una dieta equilibrata».
Posadzki P, et al. Maturitas, 2013 Apr 5.
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