Le nuove linee guida europee su ipertensione resistente e denervazione renale

Quando la pressione cardiaca continua a rimanere alta nonostante il trattamento con tre o più farmaci appartenenti a classi differenti si parla di ipertensione resistente: da oggi questa definizione è di diritto nelle linee guida europee per l’ipertensione, insieme alla denervazione renale, terapia per curarla. 

26 GIU – Il Congresso della Società Europea dell’Ipertensione che si è concluso la settimana scorsa a Milano ha portato due grosse novità nelle linee guida europee per il trattamento dell’ipertensione: sia l’ipertensione resistente al trattamento, ossia una pressione che continua a rimanere alta nonostante il trattamento con tre o più farmaci appartenenti a classi differenti, chee la denervazione renale, terapia per curarla, entrano a pieno titolo nel documento.
 
In particolare, le nuove linee guida prendono atto dei dati positivi finora prodottidall’impiego del sistema di denervazione renale Symplicity di Medtronic, il cui programma di sperimentazione clinica è attualmente il più lungo, esteso ed avanzato del suo genere. “I dati di follow up sull’efficacia della procedura nella riduzione dei livelli di pressione relativi agli studi Symplicity HTN2 e HTN-1 sono molto promettenti. I pazienti hanno avuto mediamente una buona riduzione della pressione, ed in quelli nei quali l’osservazione è stata prolungata a 2-3 anni, tale riduzione si è mantenuta. Ciò dà un segnale positivo per l’efficacia a lungo termine della procedura”, ha affermato Giuseppe Mancia, Presidente del Congresso della Società Europea dell’Ipertensione.
In aggiunta ai primi due studi, si è appena conclusa la fase di arruolamento di un terzo studio, Simplicity HTN-3 che prevede un confronto fra la denervazione renale e il solo trattamento farmacologico su un numero ancora più ampio di pazienti.
 
A preoccupare è la dimensione del fenomenoche nella sola Europa si stima riguardi circa 10-15 milioni di persone che per gli elevati livelli pressori sono soggetti ad alto rischio. “In Italia l’ipertensione arteriosa colpisce circa il 45-50% della popolazione generale adulta ossia oltre 14 milioni di soggetti, equamente distribuiti tra maschi e femmine. Di questi circa il 5-7% è affetta da ipertensione arteriosa resistente ‘vera’”, ha detto Massimo Volpe, Presidente della Società Italiana di Ipertensione arteriosa “L’ipertensione arteriosa non controllata è un problema di Salute Pubblica rilevante: pazienti trattati che hanno una pressione arteriosa non controllata hanno un rischio di sviluppare una complicanza cardiovascolare (infarto, ictus, insufficienza cardiaca o renale, morte) comparabile a quello dei soggetti ipertesi non trattati. Maggiori sono i valori pressori e maggiore il rischio di sviluppare tali complicanze, indipendentemente dall’età, dal sesso e dalla eventuale presenza di altre malattie associate.”
 
Il Sistema per la denervazione renale Symplicity è costituito da un catetere flessibile e da un generatore automatico. Il catetere viene inserito nell’arteria femorale all’altezza dell’inguine e da lì viene fatto avanzare fino all’arteria renale. Quando la punta del catetere è in sede all’interno dell’arteria renale, il generatore eroga una energia a radio frequenza il cui scopo è di disattivare i nervi simpatici renali circostanti. A sua volta, ciò riduce l’iperattivazione del sistema nervoso simpatico, noto per il suo ruolo nella ipertensione cronica. “Ad oggi sono oltre 6.000 le procedure realizzate con il sistema Symplicity in oltre 80 paesi del mondo e in Italia sono più di 70 i centri attivi per un totale di oltre 300 procedure effettuate”, ha spiegato Claudio Borghi, Vicepresidente della Società Italiana di Ipertensione Arteriosa “Un aspetto estremamente importante è lo screening dei pazienti e quindi il collegamento del centro interventistico con un centro clinico dell’ipertensione, meglio se un centro di eccellenza. è necessario infatti individuare il paziente giusto per la procedura, quello in cui il beneficio dell’intervento di denervazione renale sia significativo. Ciò per il bene del paziente e, allo stesso tempo, per garantire un razionale impiego delle risorse, tanto più in un momento di difficoltà economica quale quello attuale.”
 
Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale ha concluso:“Attualmente i costi per il trattamento farmacologico dell’ipertensione si sono notevolmente ridotti. Si riscontra invece una sostanziale associazione tra ipertesi resistenti e pazienti che rappresentano un alto costo per il sistema sanitario. Questo conferma l’esigenza di utilizzare tutte le risorse e le soluzioni disponibili utili al trattamento soprattutto per i pazienti più gravi e complessi. La procedura di denervazione renale appare promettente e le evidenze aumenteranno grazie agli studi e ai registri attualmente in corso, con cui sarà possibile realizzare una valutazione degli esiti a lungo termine. Occorre lavorare in sinergia con tutte le figure professionali coinvolte nel percorso del paziente al fine di applicare al meglio i criteri di inclusione e individuare la reale popolazione candidabile al trattamento”.

 

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