Nuove linee guida Usa anti-colesterolo. Primi giudizi non favorevoli

Cambia profondamente l’approccio alla prevenzione del rischio cardiovascolare nelle nuove linee guida stilate dall’American college of cardiology e dall’American society of cardiology. Muta innanzitutto l’obiettivo: difesa non solo dagli attacchi cardiaci ma anche dall’ictus. Inoltre è prevista una nuova formula per il calcolo del rischio (che tiene conto di età, sesso, etnia, pressione del sangue, colesterolemia, diabete e abitudine al fumo) da rivalutare ogni 4-6 anni nei soggetti tra i 40 e i 79 anni. Meno rigidi i target lipidemici e meno aggressiva la terapia ipocolesterolemizzante. Ora si raccomandano valori di colesterolemia totale sotto i 200 mg/dl e di Ldl sotto i 100 mg/100 ml, e si consiglia l’uso delle statine in 4 casi: pregressa malattia cardiaca, valori di Ldl =/> 190 mg/100 ml o superiore (di solito con rischio genetico), soggetti tra i 40 e i 75 anni con diabete di tipo 2, e pazienti tra i 40 e i 75 anni con un rischio stimato a 10 anni di almeno il 7,5% in base alla nuova formula. Riprende ampio spazio lo stile di vita, lo stimolo all’esercizio fisico e i piani individualizzati per combattere l’obesità. «La prima impressione è totalmente negativa» afferma Salvatore Novo, presidente uscente della Società italiana di cardiologia (Sic) e docente di Malattie dell’apparato cardiovascolare all’università di Palermo. «Innanzitutto sono introdotti nuovi criteri per il calcolo del rischio cardiovascolare basati su una formula matematica complessa di non agevole attuazione». Ma il problema più grande, per Novo, è la confusione sui valori target. «Le raccomandazioni Usa precedenti alle attuali avevano stabilito in 70 mg/100 ml il tasso di Ldl da raggiungere nei pazienti sopravvissuti a infarto o ad altissimo rischio, mentre in quelle europee del 2007 il valore era di 80 mg/100 ml.  Nel 2012 la Società europea di cardiologia (Esc) aveva portato chiarezza e semplificazione, adeguandosi ai valori Usa in prevenzione secondaria. E ora addirittura non si parla più di target e ci si limita a dire che nei pazienti ad alto rischio si devono usare le statine più potenti ad alte dosi per ridurre le Ldl del 50%, creando confusione». La società europea di arteriosclerosi (Eas)sta già preparando una nota vigorosa contro il documento Usa. «Vogliamo mantenere le nostre linee guida europee 2012, senza provocare ulteriore confusione a cardiologi e Mmg» conclude Novo

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