Effetti a lungo termine della degenerazione grassa del fegato non-alcoolica
Lo studio ha anche trovato che la maggior parte dei pazienti con NAFLD sviluppavano diabete o ridotta tolleranza al glucosio, che pu? portare a complicanze cardiovascolari.
Pazienti con NAFLD, una delle pi? comuni cause di epatopatia, spesso hanno valori elevati di enzimi epatici senza sintomi della malattia.
L?obesit? ? stata individuata come un rischio maggiore di NAFLD e da quando sta raggiungendo proporzioni epidemiche a livello mondiale, il numero di soggetti a rischio di sviluppare epatopatia cronica probabilmente aumenter? in futuro.
Studi condotti su NAFLD ad oggi hanno riguardato pochi pazienti o periodi di follow up relativamente brevi.
Questo studio ha coinvolto un numero maggiore di pazienti NAFLD con livelli originari elevati di enzimi epatici e li ha seguiti per oltre dieci anni.
Condotto da Stergios Kechagias, della Division of Internal Medicine at University Hospital in Link?ping, Svezia, lo studio ha coinvolto 212 pazienti tra il 1988 ed il 1993 che avevano enzimi epatici cronicamente elevati.
Tutti i pazienti erano sottoposti a biopsia epatica, e solo 129 che avevano conferma di fegato grasso senza eccessivo consumo d?alcool o altra patologia epatica partecipavano allo studio.
Un totale di 88 pazienti accettava il follow-up per una media di quasi 14 anni dalla diagnosi con NAFLD.
Di questi, 68 pazienti hanno ripetuto pi? volte le biopsie epatiche.
I risultati mostravano che la NAFLD era associata ad un rischio significativo di sviluppare epatopatie allo stadio finale e che la morte da cause epatiche e cardiovascolari era significativamente pi? comune nei 71 pazienti con NASH rispetto alla popolazione generale.
Inoltre, 78% dei pazienti con NAFLD avevano una diagnosi di diabete o ridotta tolleranza al glucosio al follow-up.
Affermano gli autori: “considerando la forte associazione tra insulino-resistenza e NAFLD ? ragionevole raccomandare a tutti i pazienti con NAFLD, modifiche dello stile di vita, che riducono realmente il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, ed anche un deciso intervento dietetico pu? migliorare l?istologia epatica nei soggetti con NAFLD.”
In un editoriale dello stesso numero della rivista, Vlad Ratziu e Thierry Poynard della Universit? Pierre et Marie Curie and Assistance Publique-H?pitaux de Paris, sottolineano la diffusa falsa credenza per cui la NAFLD nelle sue varie forme ? largamente considerata una malattia lieve con buona prognosi.
Fanno notare che i pazienti con NAFLD di solito non si rivolgono agli epatologi ed il solo modo di diagnosticare accuratamente la malattia , la biopsia epatica, non ? uno strumento pratico di screening per popolazioni estese.
Ci? nonostatnte, NASH ? un?importante causa di epatopatia avanzata ed ? importante prevenirne la progressione a cirrosi perch? una volta che si verifica una insufficienza epatica in questi casi l?esito ? spesso fatale.
Questo studio ? importante non solo per il lungo periodo di follow-up, ma anche perch? gli autori sono stati in grado di identificare l?esito di differenti forme di NAFLD.
E’ da notare che, probabilmente per via del lungo follow-up, gli autori hanno potuto mostrare anche che pazienti non cirrotici sviluppavano ESLD [epatopatia allo stadio finale], confutando cos? l?idea che la NASH non-cirrotica sia benigna.
Lo studio, in linea con i dati precedentemente pubblicati , sottolinea la necessit? di studiare il rischio di un aumento di morte cardiovascolare in soggetti con NASH.
Gli autori concludono che trattare la NASH ? un “bisogno medico maggiore non soddisfatto” e che dovrebbero essere sviluppate le strategie per individuare i pazienti con fattori di rischio di epatopatia, tra cui l?obesit?, il diabete e la malattia cardiaca.
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