Il Diabete mellito tipo 2 oggi

Il diabete mellito tipo 2 (DMT2) rappresenta oggi uno dei maggiori problemi di sanit? pubblica con notevoli implicazioni oltre che sanitarie, anche sociali ed economiche. Si tratta di una vera e propria pandemia: secondo l?OMS, nel 2003, la sua prevalenza mondiale, tra individui con et? compresa tra i 20 ed i 79 anni era pari al 5,1%1 interessando una popolazione stimata di circa 333 milioni di persone.
Stime di crescita nei prossimi anni informano che la prevalenza della malattia si porter? intorno al 6,3% nel 20252; tale incremento sar? soprattutto a carico di quelle regioni del mondo meno progredite economicamente e socialmente, in cui il processo di sviluppo economico e la globalizzazione sta comportando, insieme ad una migliore qualit? della vita, anche la diffusione di abitudini tipiche del mondo occidentale.
Il ?trend? temporale della prevalenza ? certamente secondario all?allungamento della vita media della popolazione generale, particolarmente nelle aree industrializzate ed all?aumentata prevalenza dei fattori di rischio della malattia (primi tra tutti sedentariet? ed obesit?) nei paesi in via di sviluppo3.
Certamente anche i nuovi criteri diagnostici (sempre pi? restrittivi) per il diabete ed i programmi di ?screening? a livello mondiale hanno contribuito all?aumentato numero dei soggetti con diabete. Il DMT2 riconosce fattori di rischio genetici e ambientali.
L?importanza dei fattori genetici ? confermata da numerosi studi4-5 ed ? avvalorata da alcune forti evidenze epidemiologiche, come la concordanza della malattia in gemelli omozigoti (quasi del 90%), ed il dato che il 55% circa dei pazienti affetti riferisce una anamnesi familiare positiva per diabete. Non lo studio di uno o pochi geni alterati ma L?identificazione di alcune varianti alleliche (polimorfismi) di tanti geni candidati (ereditariet? poligenica) rende molto complesso questo scenario. I fattori di rischio non genetici (ambientali) sono, invece, principalmente rappresentati dall?obesit? legata a sua volta ad una dieta inappropriata ed alla sedentariet?.
Fattori genetici e ambientali concorrono insieme a determinare i difetti patogenetici causa del DMT2, cio? una ridotta sensibilit? all?insulina a livello periferico da una parte e l?alterata secrezione d?insulina da parte delle ?-cellule dall?altra.
Altri fattori di rischio importanti sono sicuramente i cosiddetti ?stati prediabetici?, cio? la condizione di ?alterata glicemia a digiuno? (IFG) e di ?ridotta tolleranza al glucosio? (IGT) da considerare solo tappe iniziali nella storia evolutiva della malattia diabetica. come anche una precedente diagnosi di diabete gravidico.
Oggi le campagne di ?screening? si rivolgono con forza a soggetti con fattori di rischio genetico e/o ambientale, soprattutto se ad elevato rischio cardiovascolare (coesistenza di altri fattori di rischio cardiovascolare associati).
Nell?identificazione di tali soggetti si utilizzano i criteri diagnostici della ?Sindrome Metabolica? che sembra riunificare il mondo cardiovascolare con quello glicometabolico6.
E? ormai accettato unanimemente che l?adeguato trattamento del diabete riduce il rischio di complicanze della malattia a lungo termine.
L?UKPDS7 ed il DCCT8 hanno inequivocabilmente documentato l?associazione del diabete scarsamente controllato con le complicanze microangiopatiche della malattia che riguardano in prima istanza la retina (retinopatia diabetica), il rene (nefropatia diabetica) ed il nervo motorio e sensitivo (neuropatia diabetica).
La retinopatia diabetica rappresenta, nei paesi pi? evoluti economicamente, la principale causa di cecit? nella fascia di et? compresa tra 20 e 70 anni; la nefropatia diabetica ?, invece, la principale causa d?insufficienza renale terminale (ESRF). D?altra parte lo stretto legame tra diabete e malattie cardiovascolari ? oggi ben documentato da numerosi studi epidemiologici e da una recente metanalisi.

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