Curare il tipo 2 salvando cuore e ossa

Un recente studio supporta la teoria secondo cui il trattamento con tiazolidinedioni (TZD) sia associato a una diminuzione dell’osteoprotegerina circolante e a una minore prevalenza di ischemia miocardica silente nei pazienti con diabete di tipo 2. Si pensa che i TZD riducano la formazione ossea e contribuiscano alla perdita d’osso. L’osteoprotegerina inibisce la genesi degli osteoclasti funzionando da recettore per il ligando RANK, un fattore che svolge un ruolo nel rimodellamento osseo. I TZD potrebbero prevenire la differenziazione degli osteoblasti indotta dal diabete nelle pareti arteriose e la calcificazione mediale, probabilmente tramite la riduzione dei livelli plasmatici di osteoprotegerina. Il miglioramento della funzionalit? endoteliale attribuito ai TZD potrebbe spiegare la minore prevalenza di anomalie della perfusione miocardica nei pazienti trattati con questi farmaci: la funzionalit? endoteliale risulta spesso danneggiata nei diabetici, e pu? causare anomalie perfusionali anche in assenza di stenosi coronariche significative. (Diabetes Care 2008; 31: 593-5)

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