PSA poco predittivo degli esiti di ca prostatico

12 Lug 2008 Oncologia

E’ stato dimostrato che, anche se il dosaggio del PSA rimane un importante strumento di monitoraggio, esso non ? efficace nel distinguere i pazienti che svilupperanno tumori prostatici letali da quelli con rischio di progressione della malattia scarso o nullo. Sia il PSA di base che il tasso di variazione del PSA durante i primi due anni di monitoraggio portano con s? informazioni prognostiche, ma comunque, a dispetto dell’estensiva esplorazione di diversi modelli statistici, non ? stato possibile supportare una qualsiasi caratteristica della curva del PSA quale buon elemento classificativo o discriminatorio. Utilizzando il semplice tempo di raddoppiamento del PSA di cinque anni come guida, nel campione esaminato il 36 percento dei tumori letali non verrebbe rilevato ed il 40 percento dei soggetti con tumori indolenti verrebbe trattato inutilmente. Se lo scopo ? individuare le neoplasie letali, il miglior valore soglia per il PSA ai fini del trattamento sarebbe sette ng/ml, ma al prezzo di trattare anche l’80 percento degli uomini con tumori non letali. Molti pazienti con tumori prostatici si sottopongono a trattamenti locali aggressivi senza benefici in termini di sopravivenza, e ci? ha implicazioni problematiche. (J Natl Cancer Inst. 2007; 99: 526-32)

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