Gli omega-3 nell’insufficienza cardiaca

L’integrazione degli acidi grassi omega-3 potrebbe non essere prudente nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra. I pazienti con insufficienza cardiaca presentano un’alterazione del profilo degli acidi grassi dei globuli rossi ed un elevato livello di acidi grassi omega-3. Inoltre, l’indice omega-3 dei globuli rossi predice la comparsa di aritmie ventricolari in questi pazienti. Gli studi epidemiologici supportano l’effetto protettivo degli acidi grassi omega-3 contro la morte improvvisa di natura cardiaca, ma comunque i pazienti con cardiopatie strutturali e defibrillatori impiantabili non rispondono in alcun modo, o lo fanno addirittura in senso proaritmico, alla somministrazione di olio di pesce. Studi su animali inoltre suggeriscono che gli acidi grassi omega-3 circolanti ed incorporati non abbiano gli stessi effetti elettrofisiologici. E’ stato dimostrato che la somministrazione di questi acidi grassi riduce la mortalit? complessiva e quella da aritmie nei pazienti senza insufficienza cardiaca, ma ci? non pu? essere esteso ai pazienti con una funzionalit? ventricolare sinistra danneggiata. Si ipotizza che la fibrillazione ventricolare dovuta ad insufficienza cardiaca sia associata ad un profilo di acidi grassi diverso da quello della stessa aritmia dovuta ad infarto miocardico. (Am Heart J 2008; 155: 971-7)

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