Dagli Stati Uniti nuove indicazioni per affrontare la batteriuria asintomatica n
Sul monitoraggio della batteriuria asintomatica sono appena state emesse raccomandazioni statunitensi, che in sostanza dopo una sistematica analisi delle evidenze sui rischi e benefici riconfermano quelle precedenti del 2004. In assenza di nuovi dati che giustifichino modifiche, si riafferma prima di tutto la necessit? dello screening precoce nelle donne in gravidanza, per le quali ? documentata l’associazione con rischi quali una maggiore incidenza di pielonefrite e per i nascituri un basso peso alla nascita.
Il test per la batteriuria asintomatica si considera positivo per valori di microrganismi pari ad almeno 100.000 CFU per millilitro, di una o pi? specie batteriche. La presenza di batteri nelle vie urinarie, al limite risalenti ai reni, ? favorita da situazioni anatomico-fisiologiche e patologiche. La batteriuria asintomatica ? pi? frequente nelle donne, nelle gravide, negli anziani, nei cateterizzati, negli incontinenti, nei diabetici, in malati di calcolosi o di tumori, in portatori di anomalie anatomiche. In particolare sono soggette le donne in gravidanza, nelle quali l’aumento di volume dell’utero e i cambiamenti ormonali riducono il tono muscolare dell’uretere e rallentano il deflusso delle urine; rischi collegati sono la gestosi che ? un’ipertensione gravidica, il basso peso alla nascita del bambino e il parto prematuro. I batteri generalmente coinvolti in queste infezioni sono le Enterobatteriacee e in particolare l’Escherichia coli, ma possono essere implicati anche altri germi come Proteus, Klebsiella, Pseudomonas, Stafilococchi.
La popolazione generale femminile ? esclusa dallo screening ma alle gestanti ? raccomandata l’urinocoltura tra la dodicesima e la sedicesima settimana, oppure in occasione della prima visita ginecologica prenatale, per l’individuazione della batteriuria asintomatica. Ci sono, infatti, evidenze che dimostrano il riconoscimento della batteriuria asintomatica e il relativo trattamento con antibiotici, oltre a ridurre l’incidenza di infezioni urinarie sintomatiche nelle madri, previene nel neonato il basso peso alla nascita. E’ chiaro che i possibili rischi nel trattare con antibiotici consistono nell’esporre ai loro effetti indesiderati e nel favorire lo sviluppo di germi resistenti agli stessi farmaci, rischi ancora meno giustificabili nei soggetti, uomini e donne non gravide, in cui non c’? prospettiva di beneficio. L’urinocoltura ? il gold standard per la batteriuria asintomatica, ma ? costosa per il monitoraggio di routine nella popolazione a basso rischio di infezioni urinarie, mentre ? l’esame preferibile nel caso delle gestanti dato che non ci sono altri test con sensibilit? sufficientemente alta per questo sottogruppo di popolazione. Nelle donne in gravidanza resta per? da stabilire la periodicit? ottimale dell’esame, inoltre viene auspicata la messa a punto di test meno impegnativi e costosi dell’urinocoltura.
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