Epatopatie virali croniche ed espressione epatocitaria di oncoproteine

Gli oncogeni sono sequenze nucleotidiche responsabili della codificazione di proteine deputate al controllo della differenziazione e della divisione cellulare. Negli ultimi anni ? stata ipotizzata una correlazione fra la espressione di tali geni e la comparsa e la persistenza di patologie epatiche croniche. ? stato osservato che alcuni oncogeni modificati sono coinvolti nell?eziopatogenesi di varie neoplasie maligne (c-myc nei linfomi di Burkitt, nelle leucemie promielocitiche e nei tumori del colon e del polmone; c-erb B2 nei tumori benigni della mammella, negli adenocarcinomi delle ghiandole salivari, stomaco, pancreas, ovaio, mammella). Da ci? ? scaturito l?interesse nei confronti degli oncogeni nello studio dei processi proliferativi preneoplastici e neoplastici, fra i quali le patologie croniche del fegato correlate ad HBV, HCV, o HBV+HCV che determinano nel tempo l?insorgenza della neoplasia.

Una alterazione delle sequenze nucleotidiche degli oncogeni preindotta da virus (retrovirus oncogeni) pu? causare un disturbo nel controllo della proliferazione cellulare.1,2 L?espressione degli oncogeni pu? essere valutata direttamente mediante tecniche di ibridizzazione in situ ed indirettamente con specifici anticorpi monoclonali verso proteine codificate dai geni stessi. A volte, queste sequenze geniche sono responsabili della sintesi di enzimi, fattori di crescita (EGF) o recettori per fattori di crescita che possono essere iperespressi per un fenomeno di amplificazione genica.3-5

I protooncogeni quindi sembrano svolgere un ruolo centrale nell?insorgenza prima e nell?accrescimento poi dei processi neoplastici.6 Le patologie necrotico-flogistiche del fegato, ovvero l?Epatite Cronica Persistente (ECP), l?Epatite Cronica Lobulare (ECL), l?Epatite Cronica Attiva (ECA) e la Cirrosi (Cir), sono prevalentemente correlate ad infezioni virali determinate da virus epatotropi di ceppo B e C, singolarmente ed in associazione (HBV, HCV ed HBV + HCV).

Poich? le flogosi croniche da virus epatotropi a carico del fegato risultano spesso implicate nella evoluzione in senso neoplastico del danno epatocitario, lo studio dell?espressione di oncoproteine correlate ai geni c-erb B2 e c-myc pu? fornire importanti informazioni circa gli eventi molecolari che precedono l?insorgenza dell?epatocarcinoma.7,8 Il gene c-erb B2, anche definito ker2 (individuato sul cromosoma 17), ? stato individuato in tumori benigni (per esempio mammari) ed in forma amplificata in alcuni adenocarcinomi (ghiandole salivari, stomaco, pancreas, mammella). Questo gene ? responsabile della sintesi della proteina Cerb B2 messa in evidenza in tali tessuti neoplastici con tecniche immunoistochimiche.9

Nel 1992 Brunt e coll. hanno dimostrato la presenza della proteina sintetizzata dal c-erb B2 in alcuni epatocarcinomi, di cui uno insorto su cirrosi HCV correlata, due insorti su cirrosi postnecrotica (uno da HCV ed uno da HBV), due insorti su necrosi epatocellulari (una submassiva ed una massiva). Si ? pensato che questa proteina, dotata di attivit? tirosinchinasica, potrebbe essere un recettore per un fattore di crescita.10 Tale recettore, quando espresso in larga misura, determinerebbe una veloce crescita delle cellule tumorali, per un maggior stimolo alla replicazione cellulare, quindi una maggior aggressivit? della neoplasia.11,12 Il gene c-myc, invece, ? omologo di un protooncogene leucemico (rinvenuto sul cromosoma 8) e codifica per la proteina p62 che sembra essere coinvolta nel controllo della differenziazione e divisione cellulare. Una aumentata espressione del gene c-myc ? stata osservata in colture cellulari derivate da linfomi di Burkitt, leucemia, tumori del colon e polmonari.
A cura di Luigi Santacroce e Tommaso Losacco
Dipartimento di Odontostomatologia e Chirurgia (DOC)
Cattedra di Chirurgia Generale, Universit? di Bari

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