Tumore dell?ovaio
Il 14 Febbraio 2009 all`Ospedale di Milano-Niguarda si ? svolto il Convegno della Societ? Italiana di Oncologia Ginecologica (SIOG) e della Societ? Lombarda di Ostetricia e Ginecologia (SLOG) sui requisiti minimi in oncologia ginecologica, le novit? che si vorrebbero introdurre in Lombardia rispetto alla cura del tumore ovarico e sullo stato dell?arte in Lombardia rispetto alla prevenzione dell?infezione HPV. Il giorno prima si ? tenuta una conferenza stampa, per anticipare ai giornalisti le principali novit? che sarebbero emerse dal convegno.
In particolare per quanto riguarda il carcinoma ovarico, sono stati presentati i risultati di uno studio clinico multicentrico e randomizzato, gi? illustrato a Nizza dal professor Vergote, a fine gennaio al Congresso Europeo di Ginecologia Oncologica.
Nello studio sono state arruolate 718 pazienti tra Europa e Canada, con tumori dell`ovaio, della tuba e del peritoneo in stadio avanzato, e divise in due gruppi. Il primo gruppo di pazienti ? stato sottoposto subito a intervento chirurgico, mentre l?altro gruppo ? stato operato dopo 3 cicli di chemioterapia.
Il “goal” del trattamento del carcinoma ovarico ? l`asportazione completa e ottimale del tumore, unica condizione che consente di ottenere indici di sopravvivenza elevati. Secondo i risultati di questo studio, la sopravvivenza globale delle pazienti ? indifferente se la chirurgia viene effettuata subito o dopo una chemioterapia preparatoria.
Le complicanze postoperatorie, la mortalit? e la qualit? di vita delle pazienti sono invece significativamente a favore della chirurgia preceduta da chemioterapia.
La percentuale di pazienti in cui si ottiene una asportazione ottimale del tumore risulta significativamente maggiore nel gruppo chemiotrattato prima dell`intervento: nel 53% dei casi il tumore residuo ? assente e nell?82% il tumore residuo ha dimensioni inferiori a 1 cm, contro rispettivamente il 21% e il 46% dei casi nel gruppo di pazienti operate subito.
?Questo studio ci mette di fronte ad un nuova realt? che impone nuove considerazioni nella cura di queste pazienti, – ha detto Luigi Frigerio presidente SLOG e Direttore Ostetricia ? Ginecologia Ospedale Riuniti di Bergamo – permettendoci di personalizzare l`approccio chirurgico in base al rischio operatorio e alla diffusione della malattia in sedi a rischio di complicanze e mortalit??.
?Oggi siamo in grado di operare radicalmente le pazienti con tumore dell`ovaio diffuso all`alto addome o alle anse dell`intestino, – continua Frigerio – ma questo ha un costo in termini di
complicanze e qualit? di vita. Per questo uno dei prossimi obiettivi nella cura dei tumori dell`ovaio ? quello di limitare il prezzo di un approccio in prima istanza talora forzatamente aggressivo?.
Elisabetta Lucchesini
(Conferenza stampa SIOG e SLOG. Milano, 13 febbraio 2009)
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