Dal cancro tiroideo si pu? guarire
Il tumore tiroideo ? il pi? frequente dei tumori endocrini e rappresenta l’1,5% di tutte le neoplasie. L’incidenza media a livello mondiale ? di circa 10 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, anche se ci sono ampie variazioni nelle diverse aree geografiche.
La sua prognosi ? certamente fra le migliori in tutto il panorama oncologico. In particolare il carcinoma papillare si avvicina al 100% di guarigione con l’eccezione dei casi che si presentino con malattia avanzata. Una diagnosi di carcinoma tiroideo, perci?, non ha assolutamente implicazioni drammatiche e non deve essere vissuto in modo allarmante. Lo ha evidenziato Daniele Barbaro, direttore della Sezione di Malattie Endocrine e Metaboliche della A.S.L. 6 di Livorno nel corso di un convegno svoltosi sull?argomento e organizzato da A.T.T.A onlus Toscana, associazione nata con lo scopo di dare supporto alle persone con tumore tiroideo.
Una prognosi buona
La maggior parte dei carcinomi tiroidei (90%) ? costituita da tumori a partenza dalla cellula follicolare (carcinomi papillari 70-80%, carcinomi follicolari 10-20%) e sono normalmente chiamati carcinomi differenziati della tiroide. Raramente (4-5% dei casi) la tiroide ? sede di carcinomi a partenza non da cellule tiroidee (cellule parafollicolari: carcinomi midollari). Raramente, inoltre, (4-5%) la tiroide ? sede di tumori indifferenziati. E qual ? la prognosi? ?La prognosi dei carcinomi tiroidei differenziati, in particolare del carcinoma papillare ? eccezionalmente buona avendo una prognosi che si avvicina al 100% di guarigione? – spiega Barbaro – Non cos? ottimistica ? la prognosi del carcinoma midollare che comunque resta molto buona soprattutto con una corretta diagnosi preoperatoria. Il carcinoma indifferenziato, quello cio? che non parte da cellule tiroidee, ? raro e riguarda il 4-5% dei casi, viceversa ha purtroppo una prognosi molto peggiore?. Ma esiste una predisposizione al carcinoma tiroideo? ?Per i carcinomi tiroidei differenziati ? spiega Barbaro – vi ? una generica predisposizione familiare, mentre i pi? rari carcinomi midollari sono ereditari in un terzo dei casi. Rappresenta, inoltre, un fattore di rischio l’esposizione a radiazioni sul collo in et? infantile a scopo terapeutico. Nessun problema comunque per gli eventuali accertamenti radiologici eseguiti?.
Una vita normale dopo l?intervento
Una corretta diagnosi ? particolarmente importante, ma in che cosa consiste? ?L’esame principale, precisa il medico toscano, ? l’ago-aspirato con ago sottile; in caso di dubbio di carcinoma midollare si esegue un dosaggio della calcitonina che ? un marcatore di eccezionale utilit? per il carcinoma midollare?. E non si tratta di un esame ne doloroso ne pericoloso. Quanto a un eventuale esito negativo. ?Il paziente deve sapere che con una corretta strategia terapeutica questo tipo di tumore potr? essere curato in modo definitivo nella quasi totalit? dei casi?. E l?intervento chirurgico pi? comune ? l?asportazione della tiroide, senza per? necessit? successiva di chemioterapia o radioterapia. Ma si vive senza tiroide? ?Si ? risponde Barbaro. – La cura con ormoni tiroidei riproduce in modo pressoch? perfetto la funzione tiroidea. Le pazienti giovani trattate per carcinoma tiroideo possono avere figli e potranno condurre una vita normale. Vi saranno dei controlli periodici, il primo dopo un anno e i successivi in base alla risposta del primo controllo?.
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