Ovaio stimolato e sicuro
La letteratura riporta dati incoerenti sui rischi associati ai farmaci per il trattamento dell’infertilit? che inducono l’ovulazione. Un ampio studio in materia, pubblicato sul British Medical Journal, non li ha riscontrati
L’assunzione di farmaci per stimolare l’ovulazione in programmi di procreazione medicalmente assistita ? stata associata, da alcuni studi, all’aumento del rischio di sviluppare tumori ovarici epiteliali, ma il dato ? stato poi smentito da successive ricerche. Tuttavia non si ? mai arrivati a valutare un campione sufficientemente ampio di casi per poterli confrontare con controlli, inoltre, nelle premesse delle ricerche non veniva specificata una distinzione tra gli effetti dei farmaci per trattare l’infertilit?, da possibili cause dell’infertilit? stessa, che avrebbero potuto influenzare il rischio di neoplasia ovarica. Dal momento che, in alcuni casi, le donne si sottopongono anche a 12 cicli di trattamento, gli esperti non hanno mai smesso di domandarsi quali e quanti fossero i rischi a cui si esponevano le pazienti.
In questa direzione ha agito la Danish Cancer Society supportando uno studio molto ampio che ha incluso una coorte di oltre 54mila donne che tra il 1963 e il 1998 si erano rivolte a un centro specializzato per l’infertilit?. Coloro che si erano sottoposte a trattamenti per la fertilit? avevano assunto gonadotropine, clomifene, gonadotropina corionica umana oppure ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) e tutte erano state monitorate fino all’et? di 47 anni. Nel complesso sono stati riscontrati 156 casi di tumore ovarico, un campione ben pi? grande di quelli finora considerati, che ha permesso di fare un confronto, statisticamente significativo, tra donne infertili che si erano sottoposte o meno al trattamento farmacologico. Il confronto ha permesso di riscontrare che il rischio generale di tumore ovarico non era influenzato in modo significativo dall’uso di questi farmaci, il rischio relativo infatti era sempre molto basso: 0,83 per le gonadotropine, 1,14 per il clomifene, 0,89 per la gonadotropina corionica e 0,80 per il GnRH, quindi, molto simile a quello di donne con la neoplasia ma non trattate. E lo stesso risultato si otteneva anche quando i farmaci erano in combinazione e a parit? di altre variabili come la contraccezione, le cause di infertilit? e il numero di parti precedenti.
L’unico rischio che aumentava interessava i tumori ovarici sierosi, del 67%, che per? sono meno frequenti di quelli epiteliali, obiettivo della ricerca. Motivo di cautela da parte degli autori della ricerca, ? l’et? media in cui il monitoraggio si ? fermato, mentre il picco di massima prevalenza ? all’inizio dei 60 anni, una considerazione che li ha portati a non escludere del tutto la possibilit? di un piccolo incremento del rischio.
BMJ 2009 338: b249
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