Controllo delle recidive di FA nel paziente compensato
Nel 2007 un ampio studio randomizzato e controllato aveva dimostrato l’efficacia del Dronedarone nel controllo a distanza del ritmo sinusale dopo un episodio di fibrillazione atriale (FA) (Singh BN et al. N Engl J Med 2007;357:987-999). Tuttavia, l’anno successivo un altro contributo aveva messo in guardia i clinici, dimostrando che il farmaco, pur efficace nel prevenire la comparsa di FA, se utilizzato in pazienti in fase avanzata di scompenso cardiaco poteva determinare un eccesso di mortalit? (K?ber L et al. N Engl J Med 2008;358:2678-2687). Ora, le conclusioni di ATHENA (uno Studio coinvolgente pi? di 500 Centri per un totale di oltre 4.600 pazienti con FA parossistica o persistente o con Flutter – che tuttavia non manifestavano segni di scompenso ma erano portatori di importanti fattori di rischio CV – e che ha valutato se l’utilizzo del farmaco fosse successivamente gravato da un eccesso di eventi cardio-vascolari) sono state le seguenti:
– dopo un periodo di follow-up medio di 21 +/- 5 mesi, l’outcome primario (ospedalizzazione per eventi CV o la morte) si ? verificato nel 39,4% dei pazienti che assumevano placebo vs il 31,9% che ricevevano il farmaco con un HR a favore di questo di 0,76 (p.<0.001).
– c’? stata una riduzione seppur non significativa delle morti per tutte le cause (outcome secondario) nei pazienti trattati (5 vs 6% del placebo )
– le morti “aritmiche” sono state significativamente inferiori nel gruppo dei trattati vs quello placebo (1,1 vs 2,1%, p.0.01)
– il Dronedarone ha ridotto significativamente l’ospedalizzazione per eventi CV(29,3% vs 36,9%, p < 0.001) e questo per riduzione degli accessi per FA, mentre non erano diversi fra i due gruppi i ricoveri per scompenso o per sindromi coronariche
– considerando accorpati gli episodi di ricovero per patologie CV e la morte per cause CV, il farmaco ? risultato significativamente pi? efficace rispetto al placebo nel ridurli (54,5 vs 71,7%, p. < 0.001)
– bradicardia con allungamento del QT, diarrea, nausea, rash cutanei e peggioramento della funzione renale sono stati gli effetti collaterali maggiori del farmaco
– non c’? stata differenza di alterazioni della funzione tiroidea o di insorgenza di patologie polmonari fra Donedarone e placebo. Questo “nuovo” farmaco antiaritmico, della stessa classe dell’Amiodarone ma migliorato per ottenere minori effetti collaterali tiroidei e polmonari, pu? quindi essere ragionevolmente introdotto nel bagaglio terapeutico dei clinici che affrontano il problema della prevenzione delle recidive della FA. Il suo utilizzo deve per? essere limitato ai pazienti che non manifestano segni o sintomi di Scompenso Cardiaco. (NEJM,2009,7,360:668-678)
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