Screening mammografico: danni e benefici

Attualmente le informazioni che il pubblico riceve sullo screening mammografico non sono bilanciate: i potenziali benefici sono eccessivamente enfatizzati, ed i potenziali rischi raramente vengono discussi. La procedura, iniziata intorno ai 50 anni di et?, salva 1,8 vite ogni 1000 donne nell’arco di 15 anni. Il rischio assoluto di decesso da tumore mammario senza alcun tipo di screening ammonta all’uno percento nello stesso periodo di tempo, il che significa che la percentuale di sopravvivenza nelle donne fra i 50 ed i 60 anni non sottoposte a screening ? del 99 percento. Questi dati statistici sulla mammografia sono in netto contrasto con quanto si pubblicizza su questa forma di screening, in base a cui la mammografia “salva la vita”. E’ necessaria una presentazione equilibrata dei fatti alla paziente, il che includerebbe far menzione dei benefici assoluti associati allo screening e la discussione dei potenziali rischi, come falsi positivi, ansia, biopsie non necessarie ed overdiagnosi, cosa che oggi non accade. E’ ovvio che il principio dello screening consista proprio nell’applicare un intervento ad un gran numero di soggetti sani per fare in modo di beneficiare i pochi che hanno la sfortuna di sviluppare la malattia, ma ? giusto che il pubblico conosca le reali statistiche relative alla procedura in modo da prendere decisioni informate sulla propria partecipazione. (BMC Med Inform Decis Mak. 2009; 9: 18, 19 e 20)

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