Screening seno messo in discussione

Una ricerca danese pubblicata su British Medical Journal, mette in discussione il valore assoluto dello screening per il tumore al seno, non senza destare polemiche. Secondo gli autori, i test diagnostici salvano ogni anno migliaia di vite, ma in circa un terzo dei casi, verificato in 5 Paesi, Regno Unito compreso, vengono diagnosticate forme tumorali potenzialmente innocue. Il risultato ? che molte donne vengono sottoposte a chirurgia a chemioterapia bench? non ne abbiano reale bisogno, poich? il tumore identificato, stando almeno alla ricerca del Nordic Cochrane Centre, difficilmente potrebbe svilupparsi e minacciarne la vita. I sostenitori dei programmi di screening fanno notare, sul sito della Bbc online, che nella sola Inghilterra, questi programmi salvano ben 1.400 vite ogni anno, strappando dalla morte quasi quattro donne al giorno. Ma secondo i ricercatori danesi, i risultati dello studio mostrano che gli screening possono condurre a una “sovra-diagnosi” dei casi. E lo stesso Gilbert Welch, un esperto del Dartmouth Institute for Health Policy, in un editoriale che accompagna lo studio ammette che, bench? le mammografie aiutino senz’altro le donne, “possono avere anche la conseguenza di portarne alcune a sottoporsi a trattamenti nonostante non ne abbiano reale necessit?. E non si tratta – ricorda – di terapie leggere”. Sostegno pieno allo screening arriva da Julietta Patnick, a capo proprio del Programma di screening per i tumori del Servizio sanitario britannico, che con una nota polemica ricorda che “una donna su otto sarebbe morta senza il test”.

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