Ca mammario, ora si punta al bersaglio mobile
Finora, per prevenire la diffusione a distanza delle forme pi? aggressive di cancro del seno, si agiva essenzialmente alla fonte, ossia sulla massa tumorale primaria. Con risultati straordinariamente migliorati negli anni, ma ancora insufficienti a tutelare la globalit? delle pazienti. Domani le cose potrebbero cambiare, spostando l?attenzione sulle cellule che da questa massa si separano entrando in circolo: sfruttando la chemiosensibilit? specifica di queste cellule, determinabile in modo individualizzato in ogni singola paziente, si potrebbe impedire il loro attecchimento in diversi distretti corporei e la successiva proliferazione metastatica.
A segnalarlo sono i risultati di uno studio di collaborazione italo-americano tra il gruppo di Massimo Cristofanilli, condirettore dell?Inflammatory breast cancer research program and clinic dell?Anderson Cancer center di Houston (Stati Uniti) e quelli di Paola Gazzaniga e Giuseppe Naso del Dipartimento di Medicina sperimentale dell?Universit? ?La Sapienza? di Roma, presentato all?Istituto oncologico europeo di Milano (Ieo) in occasione dell?11th Milan Breast cancer conference (Mbcc, 17-19 giugno). Un?evidenza che si aggiunge a quella ottenuta alcuni anni fa dallo stesso Cristofanili sulla possibilit? di utilizzare il numero di cellule pre-metastatiche circolanti come predittore indipendente della prognosi del ca mammario (Cristofanili M et Al. Nejm, 2004; 351:781-91; De Giorgi et al. J Clin Oncol, 2009; on line, 10.1200/JCO.2008.19.4423).
?Questo studio, se prospetticamente validato, potrebbe rappresentare l?inizio di una nuova era nella terapia oncologica? sottolinea Massimo Cristofanilli. Attraverso l?analisi genotipica e fenotipica delle cellule tumorali circolanti (Ctc) in ciascuna paziente si potrebbero definire meglio le caratteristiche e le potenzialit? di proliferazione e sviluppo metastatico di ogni singola neoplasia, ampliando le conoscenze sulla biologia dei tumori e favorendo l?individuazione di nuovi trattamenti e indicatori di efficacia.
?Le Ctc potrebbero rappresentare un bersaglio critico per prevenire la metastatizzazione in quanto pi? resistenti ai trattamenti chemioterapici convenzionali? hanno commentato Paola Gazzaniga e Giuseppe Naso. ?Una terapia mirata, basata sulla caratterizzazione molecolare delle Ctc potrebbe, pertanto, portare a un beneficio clinico superiore a quelli attualmente ottenibili sia con la chemioterapia convenzionale sia con l?ormonoterapia per le forme estrogeno-sensibili?.
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