Meno errori con etichette pi? chiare

L’utilizzo di un linguaggio pi? semplice ed esplicito nella formulazione delle etichette dei farmaci prescrivibili pu? favorirne una migliore interpretazione da parte dei pazienti, evitando gravi errori nel corso delle terapie. A stabilirlo ? uno studio pubblicato su Archives of Internal Medicine e condotto presso due Istituti accademici e due Centri ospedalieri americani. L’indagine ha riguardato 500 pazienti adulti assegnati a interpretare: etichettature standard di farmaci (tipo 1); spiegazioni riformulate alla luce di un linguaggio semplificato (tipo 2) oppure etichettature prodotte con linguaggio semplice e corredato da immagini (tipo 3). L’endpoint primario dello studio era rappresentato dalla corretta interpretazione delle schede tecniche di nove medicinali valutata attraverso un pannello di risposte dei pazienti. In sintesi, la percentuale di interpretazioni esatte per il tipo 1, 2 e 3 di etichettatura ? risultata pari a 80,3%; 90,6% e 92,1%, rispettivamente. In aggiunta, il tipo 2 e 3 (Or = 2,64 e 3,26, rispettivamente) ? apparsa molto pi? vantaggiosa rispetto a quella di tipo 1. Infine, i pazienti con capacit? linguistiche marginali e scarse hanno ricevuto notevole aiuto dall’inserimento di icone rispetto alle etichette contenenti esclusivamente formulazioni semplificate (Or = 2,59 e 3,22 rispettivamente). (L.A.)

Arch Intern Med. 2010 Jan 11;170(1):50-6

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