Ca prostatico: strategie preventive a confronto
La finasteride, ai fini della prevenzione del cancro della prostata, deve essere somministrata a tutti gli uomini o soltanto a un sottogruppo ad alto rischio? ? questa la domanda di fondo con cui ? stato effettuato uno studio al dipartimento di Epidemiologia e Biostatistica del Memorial Sloan-Kettering cancer center di New York. In effetti, l’incidenza del cancro prostatico durante il trattamento con finasteride resta basso, probabilmente anche per il rischio di eventi avversi. Scopo dello studio ? consistito nel determinare se livelli di antigene prostatico specifico (Psa) possano identificare un sottogruppo ad alto rischio per i quali i benefici della finasteride superino i potenziali rischi. A tale scopo, sono stati utilizzati dati dal Prostate cancer prevention trial per definire modelli chemiopreventivi: trattare tutti gli uomini, non trattare nessun uomo, trattare in base al livello del Psa. Su 9.058 uomini, 1.957 sono stati diagnosticati di cancro prostatico nel corso di 7 anni. Con l’endpoint di tutti i tumori, la strategia ottimale ? risultata quella di trattare tutti gli uomini o quasi tutti gli uomini. Per ridurre il rischio di cancro diagnosticato durante l’assistenza routinaria, il trattamento, risulta ottimale trattare soggetti con Psa >1,3 o 2,0 ng/mL. Per esempio, trattare solo gli uomini con Psa > 2,0 ng/ml ha ridotto il tasso di trattamento dell’83% ed ? risultato in un tasso di neoplasia di solo 1,1% maggiore che trattando tutti gli uomini. In conclusione: i medici che sperano di ridurre il rischio di ogni cancro prostatico identificabile mediante biopsia dovrebbero raccomandare la finasteride a tutti gli uomini. I clinici che credono che ci? non sia indispensabile per prevenire tutti i cancri, ma che l’identificazione mediante screening sarebbe desiderabile, farebbero meglio a raccomandare la finasteride solo a un gruppo ad alto rischio.
Journal of Clinical Oncology, 10.1200/JCO.2009.23.5572
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