Legame tra vitamina D e rischio cardiometabolico
Nell’ultimo numero degli Annals of Internal Medicine ? apparsa, finanziata dal National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Disease, dal National Institutes of Health Office of Dietary Supplements, dalla US Food and Drug Administration, dall’Agency for Healthcare Research and Quality e dalla Public Health Agency of Canada una review che ha voluto verificare se i dati disponibili in letteratura fossero indicativi per un ruolo della Vitamina D nel modificare il rischio correlato alle malattie cardiovascolari ed al diabete. Fonte dei dati erano gli studi di lingua inglese in MEDLINE (inizio al 4 novembre 2009) e la Cochrane Central Register of Controlled Trials (quarto trimestre del 2009). Da questi studi, 5 revisori indipendenti hanno estratto 13 studi osservazionali (14 di coorte) e 18 trial clinici.
I risultati sono stati i seguenti:
? in 3 dei 6 studi che affrontavano il problema viene riportato un pi? basso rischio di incidenza di nei gruppi di soggetti con pi? elevato tenore di Vitamina D
? 8 studi non hanno riscontrato alcun effetto positivo sull’incidenza di diabete dalla supplementazione con Vitamina D
? nella meta-analisi di 3 studi di coorte, un basso tenore di 25-idrossivitamina D ? stato associato ad una maggior incidenza di ipertensione arteriosa (RR 1,8 [95% CI, 1,3-2,4])
? nella meta-analisi di altri 10 studi, la supplementazione vitaminica non ha tuttavia significativamente ridotto la pressione arteriosa sistolica (differenza media ponderata -1,9 mm Hg [CI, -4,2 a 0,4 mm Hg]) e non ha agito sulla pressione arteriosa diastolica (differenza media ponderata -0,1 mm Hg [CI, -0,7 a 0,5 mm Hg])
? basse concentrazioni di 25-idrossivitamina D sono state associate ad un aumento di malattia cardiovascolare incidente in 5 dei 7 studi osservazionali (6 coorti)
? in 4 di questi studi non si ? dimostrato alcun effetto protettivo della supplementazione vitaminica sugli eventi cardiovascolari.
Pur con molte limitazioni derivate dalla eterogeneit? degli studi e dal fatto che molte analisi statistiche erano riportate post hoc, gli AA della review concludono pertanto che l’associazione tra il tenore di vitamina D e gli esiti cardiometabolici ? incerto. Sottolineano per? che nessuno studio ha dimostrato effetti clinicamente significativi da parte di una supplementazione di vitamina D ai dosaggi abituali.
Ann Intern Med 2010;152:307-314.
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