Steatoepatite non alcolica, migliora con vitamina E
In assenza di diabete concomitante, una terapia con vitamina E induce, rispetto al placebo, tassi pi? elevati di miglioramento nei pazienti affetti da steatoepatite non alcolica. Si apre pertanto un interessante spiraglio terapeutico per una malattia per la quale non esiste attualmente un trattamento condiviso dagli esperti. La nuova strategia ? suggerita dai risultati di uno studio di Arun Sanyal della Virginia Commonwealth University di Richmond (Stati Uniti) e collaboratori, condotto su 247 adulti con steatoepatite non alcolica, senza diabete: i soggetti arruolati sono stati suddivisi in tre gruppi che hanno ricevuto rispettivamente pioglitazone (30 mg al giorno), vitamina E (800 UI al giorno) e un placebo. La somministrazione dei farmaci o del placebo ? proseguita per 96 settimane. La terapia con vitamina E, rispetto al placebo, ha mostrato un pi? alto tasso di miglioramento dell’outcome primario, cio? delle caratteristiche istologiche della steatoepatite (43% vs 19%), mentre la differenza rispetto a placebo non ? risultata significativa per il pioglitazone (34% vs 19%). L’outcome primario ? stato valutato mediante un insieme di punteggi standardizzati relativi a steatosi, infiammazione lobulare, rigonfiamento epatocellulare e fibrosi. Va detto comunque, che il pioglitazone, come la vitamina E, ha prodotto effetti terapeutici significativi su alcuni outcome secondari quali la riduzione dei livelli di transaminasi, della steatosi epatica e dell’infiammazione lobulare, ma non sulla fibrosi.
N Engl J Med, Online First 28 aprile 2010
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