Meglio dieta intensa con HbA1C non controllato

Nei pazienti con diabete di tipo 2 che, nonostante una terapia ipoglicemica ottimizzata, hanno un valore di emoglobina glicosilata (HbA1C) insoddisfacente, un approccio dietetico intensivo migliora il controllo glicemico e le misure antropometriche. Lo ha dimostrato uno studio randomizzato controllato, condotto da Kirsten J. Coppell e collaboratori dell’Universit? di Otago, a Dunedin (Nuova Zelanda), su 93 pazienti con diabete di tipo 2, di et? inferiore a 70 anni e HbA1C sopra il 7% nonostante i trattamenti ottimali, oltre ad avere almeno due condizioni tra le seguenti: sovrappeso od obesit?, ipertensione e dislipidemia. L’intervento ? consistito in una consulenza alimentare intensiva individualizzata (in accordo alle raccomandazioni nutrizionali dell’Associazione europea per lo studio del diabete) per sei mesi; sia i partecipanti sia i controlli hanno proseguito con la propria abituale sorveglianza medica. L’outcome primario ? stata l’HbA1C; gli esiti secondari comprendevano misure di adiposit?, pressione arteriosa e profilo lipidico. Dopo aggiustamento per et?, sesso e misure al basale, la differenza di HbA1C tra il gruppo intervento e quello controllo a sei mesi (-0,4%) era statisticamente altamente significativa (P=0,007); lo stesso ? avvenuto per la riduzione del peso (-1,3 kg, P=0,032), dell’indice di massa corporea (-0,5, P=0,026), e della circonferenza vita (-1,6 cm, P=0,005). La diminuzione dei grassi saturi (-1,9% dell’energia totale, P=0,006) e l’aumento delle proteine (1,6% dell’energia totale, P=0,045) nel gruppo intervento hanno costituito le pi? evidenti differenze nell’apporto nutrizionale tra partecipanti e controlli.

BMJ 2010;341:c3337

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