EPICONDILITE LATERALE IN UN GIOCATORE DI TENNIS OVER 60: CASO CLINICO

Le affezioni ai tessuti molli del braccio sono molto diffuse tra la popolazione che svolge lavori manuali e tra gli sportivi praticanti tennis e golf. Tra le situazioni patologie di maggiore riscontro clinico, l’epicondilite laterale (o gomito del tennista) ? forse quella pi? frequente.
Definita clinicamente come un dolore localizzato nella regione dell’epicondilo, l’epicondilite laterale ? principalmente causata da overuse dell?inserzione mio-tendinea dei muscoli estensori del polso ed ? sintomatologicamente caratterizzata da dolore e impotenza funzionale.
Viene qui presentato un caso clinico di un paziente maschio di 63 anni che riferiva alla visita dolore al gomito destro da circa sette giorni e difficolt? ad eseguire i movimenti di flesso-estensione.
L’anamnesi iniziale descriveva un soggetto forte fumatore, BMI normale, nessun precedente per traumi o contusioni; dall’anamnesi remota non risultavano pregresse patologie vascolari, diabete o ipertensione. Il paziente riferiva di essere uno sportivo e che pratica tennis almeno 2 volte alla settimana, prima di essere impossibilitato dal dolore al braccio destro.
Il dolore era insorto durante lo svolgimento di un torneo amatoriale di tennis, durante il quale il paziente affermava di aver giocato pi? ore del solito nella stessa giornata e di avere fatto alcuni movimenti sbagliati nell’effettuare un rovescio.
Nonostante avesse assunto di sua iniziativa ibuprofene 200mg per 4 giorni, ed aver mantenuto il gomito a riposo, il paziente non riscontrava miglioramenti, decidendo cos? di rivolgersi ad uno specialista.
Dall’anamnesi e dall’esame clinico, in cui risultavano positivi i test di di Mills e di Cozen, ? stata posta diagnosi di epicondilite laterale di grado lieve-moderato in quanto si riscontrava dolore alla palpazione a livello dell’epicondilo laterale e limitazione funzionale di grado medio.
Al paziente veniva prescritto riposo dall?attivit? tennistica, terapia farmacologica con piroxicam al dosaggio di 20mg al giorno per 10 giorni, associato ad un trattamento topico a base di Escina+Dietilamina salicilato per favorire la riduzione dell’infiammazione e del dolore ed un protocollo fisioterapico e riabilitativo per favorire il riequilibrio muscolo-tendineo.
Alla fine si consigliava la ripresa di una graduale attivit? funzionale con l?utilizzo l?utilizzo di ortesi specifica per le epicondiliti.

DOMANDE & RISPOSTE

1 – In cosa consistono i test di Mills e di Cozen?
A Mills: pronazione dell’avambraccio a gomito esteso e polso flesso; Cozen: estensione del polso contro resistenza a gomito flesso
B Mills: flessione palmare del polso contro resistenza; Cozen: pronazione dell’avambraccio a gomito esteso e polso flesso
C Mills: pronazione dell’avambraccio a gomito flesso e polso esteso; Cozen: pronazione dell’avambraccio a gomito e polso esteso
D Nessuna delle precedenti
Commento
L’epicondilite, nota anche come gomito del tennista, ? una tendinopatia inserzionale della muscolatura laterale del gomito. Tuttavia, non va intesa come una patologia che riguarda solo i tennisti ma anche altri sportivi e lavoratori che utilizzano in modo eccessivo i tendini della parte esterna o interna del gomito (muratori, carpentieri, ecc.). E’ considerata una sindrome da overuse la cui causa ? riconducibile, sia ad una eccessiva sollecitazione che ad un fisiologico logoramento involutivo delle strutture tendino-inserzionali.
Il sintomo classico ? il dolore localizzato nella regione laterale del gomito, a livello dell?epicondilo, dove si inseriscono i muscoli epicondiloidei, che si irradia a volte lungo il bordo radiale dell?avambraccio e viene risvegliato nei movimenti di estensione e supinazione. Il dolore ? molto variabile come intensit? e va da un lieve fastidio alla vera e propria impotenza funzionale.
Dopo un?accurata anamnesi si procede all?esame clinico per individuare i principali segni legati a tale patologia. In genere, si accerta la provenienza del dolore attraverso la palpazione diretta dell?epicondilo radiale – omerale, verificando contemporaneamente che non vi sia la presenza di una eventuale modesta tumefazione locale. Poi si constata l?insorgenza del dolore tramite due test specifici che sono:
Test di Mills: pronazione dell’avambraccio a gomito esteso e polso flesso, se positivo evoca dolore.
Test di Cozen: flessione palmare del polso contro resistenza, se positivo evoca dolore .
2 – L’approccio terapeutico suggerito ? corretto?
A Si
B No
C Inutile
Commento:
Il presidio terapeutico fondamentale nel trattamento della epicondilite omerale ? rappresentato dal riposo da proseguire sino alla scomparsa della sintomatologia dolorosa; a questo si associano terapie mediche e fisiche con lo scopo di favorire la riparazione del danno anatomico. Nelle fasi di dolore acuto risulta utile associare ai FANS assunti per via sistemica o applicati localmente la fisioterapia, mediante trattamenti di massaggi, ipertermia, laser e diatermia da contatto e in caso di persistenza della sintomatologia anche le onde d?urto. Nelle situazioni pi? gravi o in cui si constata un evidente ritardato sollievo dal dolore e recupero della funzionalit? pu? anche essere utilizzata l’infiltrazione locale con preparati a base di cortisonici, ma solo per un numero limitato di volte.
Durante il trattamento il paziente deve interrompere l’attivit? sportiva specifica ed evitare quei movimenti giornalieri che coinvolgono i muscoli dell’avambraccio.
3 – Nel programma di riabilitazione suggerito al paziente quali dei seguenti metodi sono pi? indicati?
A Contrazioni isometriche ed isotoniche che coinvolgano i muscoli dell’avambraccio
B Esercizi di allungamento
C Tecniche di correzione del gesto atletico
D Tecniche per un corretto utilizzo dell’attrezzo sportivo
E Tutte le precedenti
Commento:
E’ stato dimostrato che, oltre alla terapia farmacologica ed alla fisioterapia, la strategia determinate il rapido recupero sintomatologico e funzionale ? favorito in maniera significativa dalla fase di riabilitazione che dovr? consistere in esercitazioni di forza (contrazioni isometriche ed isotoniche per i muscoli dell’avambraccio) alternate ad esercizi di allungamento.
Grande attenzione deve essere prestata inoltre alle caratteristiche dell’attrezzo sportivo (nel caso del tennis, la racchetta) ed all’esecuzione del gesto tecnico. Il medico specialista, in collaborazione con l’allenatore, deve assicurarsi che tutte le precauzioni tecniche possibili siano state prese onde impedire la recidiva della patologia.

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