Scarso controllo glicemico in unit? coronarica predice mortalit

14 Dic 2010 Cardiologia

Nei pazienti con infarto acuto e sovraslivellamento del tratto ST, ricoverati per intervento coronarico percutaneo (Pci) e senza diabete precedentemente noto, quanto peggiore ? il controllo glicemico intraospedaliero tanto maggiore ? la mortalit?. In particolare, a un picco glicemico >180 mg/dl corrisponde la mortalit? pi? elevata, mentre con valori compresi tra 140 e 180 mg/dl i tassi di mortalit? risultano intermedi. Il picco glicemico risulta un fattore predittivo indipendente di mortalit? in unit? coronarica. Secondo questi dati, prodotti da Chiara Lazzeri, Gian Franco Gensini e collaboratori dell’unit? di Terapia intensiva cardiaca dell’ospedale Careggi di Firenze, durante il ricovero in ospedale gli intensivisti, per conseguire il controllo glicemico, dovrebbero raggiungere valori inferiori a 140 mg/dl. Lo studio, che rivaluta la gestione dell’iperglicemia dopo rivascolarizzazione, ? stato effettuato su 252 pazienti giunti consecutivamente in reparto con le caratteristiche sopra descritte per l’effettuazione di una Pci e ha valutato il ruolo prognostico di tre diverse fasce di picco glicemico in ospedale (<140, 140-180 e >180 mg/dl). Il gruppo con valori pi? elevati ha mostrato una mortalit? del 15,9%, significativamente superiore rispetto a quella degli altri due sottogruppi.

Eur J Cardiovasc Prev Rehabil, 2010; 17(4):419-23

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