Hiv: nevirapina nel periparto, lopinavir/ritonavir nel post

La somministrazione di una singola dose di nevirapina nel periparto ? il trattamento d’elezione per la prevenzione della trasmissione materno-fetale dell’Hiv nei Paesi poveri, pur esponendo alla selezione di ceppi resistenti. Due studi sul New England ora evidenziano che: nelle madri infette e in precedenza esposte al farmaco citato ? preferibile ricorrere a un trattamento antiretrovirale basato su lopinavir potenziato con ritonavir piuttosto che a nevirapina; nei bambini che hanno acquisito l’Hiv nonostante la profilassi periparto con nevirapina ? meglio sostituire quest’ultima con lopinavir negli schemi di trattamento. Il primo trial, coordinato da Shahin Lockman, del Brigham and women’s hospital di Boston, ha coinvolto 241 donne di sette Paesi africani, in precedenza sottoposte alla profilassi periparto e ora trattate con nevirapina (n=121) oppure con lopinavir e ritonavir (n=120). Un numero significativamente maggiore di pazienti incluse nel primo gruppo ha raggiunto l’endpoint primario (tempo trascorso fino al fallimento virologico o all’exitus) rispetto al secondo (26% vs 8%). Da sottolineare, per?, che in 500 donne senza precedente esposizione a nevirapina le percentuali dell’endpoint sono state uguali tra i due gruppi (14%). Ricapitolando, nelle donne gi? trattate con nevirapina nel periparto (non nelle altre) la terapia iniziale antiretrovirale basata su tenofovir-emcitrabina associata a lopinavir e ritonavir ? risultata superiore a quella associata a nevirapina. Analogamente, nei bambini Hiv-positivi nonostante la profilassi materna, ? apparsa migliore la terapia con zidovudina e lamivudina associata a ritonavir con lopinavir piuttosto che a nevirapina. Lo si evince dai risultati di un trial guidato da Paul Palombo, della Dartmouth medical school di Lebanon (Usa), su 164 bambini (et?: 6-36 mesi) di sei Paesi dell’Africa: il 39,6% dei pazienti trattati con nevirapina ha raggiunto l’endpoint primario (fallimento virologico o sospensione della terapia entro la 24ma settimana) contro il 21,7% di quelli in terapia con lopinavir e ritonavir.

N Engl J Med, 2010; 363(16):1499-1509

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