Sinergia anti-fratture tra statine e terapia ormonale

Nelle donne in post-menopausa, l’impiego concomitante di statine e terapia ormonale sostitutiva pu? avere un effetto protettivo sinergico contro le fratture scheletriche. Lo attesta uno studio effettuato su dati del New Mexico da Ludmila Bakhireva e collaboratori del College of Pharmacy e School of Medicine dell’University of New Mexico, Albuquerque, che ha preso in considerazione 1.001 donne con fratture incidenti di femore, avambraccio, polso e vertebre occorse nel periodo compreso tra il 2000 e il 2005 e 2607 controlli senza fratture nello stesso periodo. La terapia ormonale ? stata classificata come “corrente” (12 mesi prima dell’index date) oppure “trascorsa” o “mai praticata”. Il rischio fratturativo ? stato accertato tra chi praticava un uso continuo (rapporto di possesso del farmaco >/= 80% durante i 12 mesi prima dell’index date) e corrente (3 mesi prima dell’index date) di statine in relazione ai pazienti senza iperlipidemia che non hanno fatto uso di farmaci contro l’iperlipidemia. Il 19% dei partecipanti allo studio faceva uso corrente della terapia ormonale mentre il 9,5% e il 4,8% sono stati classificati rispettivamente come utilizzatori correnti e continui di statine. Non ? stata osservata alcuna associazione tra impiego continuo di statine e fratture tra le pazienti che non avevano mai fatto uso della terapia ormonale o tra quelle in cui ? stato accertato solo l’impiego trascorso (odds ratio 0,80). Un forte effetto protettivo ? stato invece registrato fra le donne in cura con statine e in terapia ormonale per un anno (odds ratio 0,19). Quest’ultimo risultato ? indipendente dall’et?, dall’impiego di corticosteroidi, bisfosfonati, diuretici tiazidici, calcitonina, metotrexate e farmaci antiepilettici, dalla presenza o meno di nefropatia cronica e dall’indice di comorbidit? di Charlson.

Pharmacotherapy, 2010; 30(9):879-87

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