A Roma, nuova tecnica per conservare ovociti
Dopo Palermo e Torino, anche Roma potr? disporre di una bio-banca di tessuto ovarico nella quale verr? conservata la corticale dell’ovaio contenente gli ovociti per consentire il reinnesto nelle donne che sono sopravvissute al cancro e dopo il termine dei trattamenti oncologici. Il costante miglioramento della terapia nei confronti delle neoplasie che colpiscono il sesso femminile ha solitamente pesanti ripercussioni sulla fertilit? della donna. Oggi le cose sono cambiate in modo significativo: la crioconservazione di tessuto ovarico, prelevato prima dell’inizio delle terapie antitumorali, offre infatti interessanti prospettive per preservare la funzione riproduttiva e l’attivit? steroidogenica delle pazienti affette da patologie neoplastiche. Questa tecnica presenta almeno tre importanti vantaggi rispetto alle procedure di crioconservazione finora utilizzate. In primo luogo, consente di mantenere in situ centinaia di follicoli primordiali contenenti ovociti immaturi, molto resistenti ai processi di congelamento e successivo scongelamento. Inoltre, il prelievo avviene in laparoscopia, quindi ? rapido e poco invasivo. Infine, questa tecnica ? applicabile anche in et? pediatrica, nelle pazienti affette da tumori ormono-sensibili e nelle donne in cui sarebbe improcrastinabile l’inizio della terapia oncologica. La Banca del tessuto ovarico sar? operativa presso l’Istituto nazionale dei tumori Regina Elena e sar? diretta dal professor Enrico Vizza.
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