Ancora sull’aspirina in prevenzione primaria

Le maggiori Linee Guida, con qualche differenza, raccomandano l’uso dell’aspirina in prevenzione primaria degli eventi cardiovascolari (CV) se sussiste un rischio a 10 anni > 10% o, secondo alcune, > 20%.
Numerose metanalisi non hanno però fornito dati definitivi e recentemente 3 metanalisi pubblicate da 3 gruppi, utilizzando gli stessi trials randomizzati vs placebo (9 trials), sono giunte a conclusioni non perfettamente sovrapponibili. Abbiamo provato a confrontare in una
tabella questi lavori, tutti recentissimi e pubblicati su 3 riviste diverse.
Bertolucci e coll.
(Am J Cardiol 2011; 107: 1796-1801) hanno riscontrato che l’aspirina diminuisce il rischio di eventi CV e di IM non fatale ma non è stata riscontrata significativa riduzione di stroke, mortalità CV, mortalità totale e malattia coronarica.
Berger e coll.
(Am Heart J 2011; 162: 115-124.e2) sono giunti a conclusioni ancora più negative: raggruppando l’IM fatale e non fatale non hanno trovato significativa riduzione nel gruppo aspirina; l’aspirina in prevenzione primaria fornisce solo un modesto beneficio che però è controbilanciato dai suoi rischi (per ogni 1.000 soggetti trattati per un periodo di 5 anni l’aspirina previene 2.9 eventi cardiovascolari maggiori ma causa 2.9 sanguinamenti maggiori).
Raju e coll
(The American Journal of Medicine 2011; 124: 621-629) sono invece lievemente più ottimisti: l’aspirina in prevenzione primaria previene gli eventi CV, l’IM non fatale, lo stroke ischemico ma a prezzo di un aumento significativo dello stroke emorragico e dei sanguinamenti maggiori (occorre sottolineare che sul rischio sanguinamenti tutti gli AA sono concordi).
La questione rimane aperta, anche perché un’altra metanalisi
(Butalia et al. Cardiovascular Diabetology 2011; 10: 25) eseguita su pazienti diabetici non cardiopatici – utilizzando 7 dei trials presi in esame dagli altri studi – mostra una riduzione significativa del rischio di eventi cardiovascolari maggiori a fronte di un sostenibile rischio di sanguinamento; in termini assoluti, per ogni 10.000 pazienti diabetici trattati con aspirina, 109 eventi cardiovascolari maggiori possono essere evitati a fronte di 19 sanguinamenti maggiori (rimane naturalmente aperta la questione se considerare il diabete di per se stesso una condizione di malattia cardiovascolare).

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