Fibrillazione atriale, rischio di ictus e tromboembolismo
Nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare (Nvaf) di età inferiore a 65 anni, il rischio di ictus/tromboembolismo viene aumentato in modo indipendente dalla presenza di scompenso cardiaco, stroke pregresso o malattia vascolare. I soggetti con Nvaf di età pari o superiore a 65 anni, invece, hanno tassi di eventi tali da giustificare comunque un’anticoagulazione orale. Come proposto con lo score Cha2Ds2-Vasc, la stratificazione del rischio tramite score Chads2 può essere migliorata aggiungendo tra i parametri l’età compresa tra 65 e 74 anni e la presenza di malattia vascolare. Sono questi, in sintesi, i risultati del Loire Valley atrial fibrillation project, coordinato da Jonas Bjerring Olesen, del centro per le Scienze cardiovascolari dell’università di Birmingham (UK). Nella ricerca sono stati coinvolti 6.438 pazienti – dei quali il 31,1% di età <65 anni – con diagnosi di Nvaf ricevuta tra il 2000 e il 2010 in una delle quattro istituzioni ospedaliere partecipanti allo studio. Tra i soggetti non scoagulati senza fattori di rischio Chads2 (n=1.035), il tasso di eventi ictus/tromboembolici per 100 anni-persona si è attestato su 0,23, 2,05 e 3,99, rispettivamente, nelle classi di età <65 anni, tra 65 e 74 anni, e =/>75 anni. Uno scompenso cardiaco, un ictus pregresso e la presenza di malattia vascolare sono risultati associati in modo significativo a un rischio maggiore di ictus/tromboembolismo, sia all’analisi univariata sia a quella multivariata; infine, l’inserimento di una patologia vascolare tra i criteri di rischio ha migliorato in modo significativo la capacità predittiva dello score Chads2 (miglioramento netto di riclassificazione, Nri: 0,40; miglioramento di discriminazione integrata, Idi: 0,031).
Chest, 2011 Jun 16. [Epub ahead of print]
439 total views, 2 views today