Haart: nei soggetti più vulnerabili monitorare la salute ossea
Nei pazienti Hiv-positivi, subito all’inizio della somministrazione di una terapia antiretrovirale si ha un aumento dei marker ossei, sia di formazione che di riassorbimento osseo. Ciò induce a ritenere utile il monitoraggio della salute ossea nei pazienti più vulnerabili (anziani, soggetti con valori elevati d Hiv-Rna o con ridotta funzione renale), in modo da intervenire proattivamente in caso di necessità. Sono le conclusioni che Emanuele Focà dell’università di Brescia, e collaboratori, hanno tratto da uno studio prospettico su 75 pazienti svolto per valutare l’evoluzione – prima e dopo la somministrazione di un regime antiretrovirale standard – del paratormone, della 1,25-(OH)2 vitamina D e di alcuni marker ossei, quali il telopeptide C-terminale del collagene di Tipo 1 (Ctx), l’osteocalcina, l’osteoprotegerina e l’attivatore del recettore del ligando nucleare fattore–kB (Rankl). I partecipanti, naïve a terapie antiretrovirali, sono stati randomizzati a un trattamento con tenofovir + emtricitabina associato ad atazanavir/ritonavir (Atv/r) oppure a efavirenz (Efv), con un follow-up di 48 settimane. Sono stati rilevati significativi aumenti di tutti i marker, fatta eccezione per Rankl. Si è evidenziata una associazione diretta e significativa tra l’incremento dei valori di Ctx e osteocalcina (marker, rispettivamente, di riassorbimento e formazione ossea). È inoltre emerso che i più elevati tassi di filtrazione glomerulare erano predittivi di maggiori aumenti di osteoprotegerina, mentre l’età avanzata, il rilievo di alti valori di Hiv-Rna al basale e il ricorso al regime Atv/r erano predittivi di un maggiore innalzamento di Ctx. Un significativo aumento del paratormone ha infine seguito l’evoluzione dei marker ossei, mentre la 1,25-(OH)2 vitamina D è rimasta stabile, al di là di una variazione stagionale.
BMC Infect Dis, 2012; 12(1):38
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