Marker prognostico di recidive e metastasi nel Ca prostatico

3 Apr 2012 Oncologia

È stato identificato un nuovo marker tissutale prognostico che, nell’istopatologia del cancro prostatico, riesce a distinguere tra tessuto normale e patologico, predicendo le recidive biochimiche (innalzamenti di Psa) e l’insorgenza di metastasi. Può pertanto essere un utile supporto clinico al decision-making individuale nella gestione della malattia. Si tratta dell’Xpa-210, un marcatore di proliferazione derivato dalla timidina chinasi-1, di cui in realtà era già noto il significato clinico nel cancro renale, mammario e della vescica, ma che finora non era stato mai impiegato in patologia prostatica. Allo scopo di validarne l’uitlità nella gestione del cancro prostatico, Stefan Aufderklamm, dell’università Eberhard-Karl di Tubinga (Germania), e collaboratori, hanno analizzato retrospettivamente campioni tissutali cancerosi e benigni di 103 pazienti (in media, Psa: 9,04 ng/ml e punteggio Gleason: 6) sottoposti a prostatectomia, montati su microarray marcati con Xpa-210. Il punteggio medio di marcatura (mean staining score) è risultato di 0,51 per il tessuto tumorale e di 0,14 per quello benigno. Il tumor staining score è risultato associato in modo significativo al Gleason score e alla stadiazione Tnm. Dividendo il punteggio del tumore per il valore medio, le espressioni più elevate di Xpa-210 sono risultate associate ai tempi più corti prima della comparsa di recidive biochimiche o dello sviluppo di metastasi. Inoltre, la marcatura del tumore si è dimostrata un fattore prognostico di recidiva biochimica indipendente dallo stato di resezione.

World J Urol, 2011 Oct 4. [Epub ahead of print]

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