Linee-guida NICE sulla tromboprofilassi, vivace dibattito

Il dibattito. La pubblicazione delle linee-guida del National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) sulla tromboprofilassi, che prevedono la somministrazione di eparina per i pazienti con scompenso cardiaco, insufficienza respiratoria, patologie infiammatorie, tumori (soprattutto quelli con mobilità ridotta) con tempi di ricovero superiori ai 4 giorni e l’aggiunta di tromboprofilassi meccanica mediante calze elastiche e cuscini posti sotto alle gambe nel trattamento dei pazienti chirurgici, tranne quelli a bassissimo rischio, sta suscitando un vivo dibattito nell’ambiente medico-scientifico. La rubrica delle lettere del British Medical Journal è specchio fedele di questo dibattito.

Le lettere. Domnick F. D’Costa, primario di Gerontologia ai Royal Wolverhampton Hospitals, ha qualche perplessità: “Innanzitutto, una recente meta-analisi sulla profilassi anticoagulante per la prevenzione della trombosi venosa profonda (TVP) su 19.958 pazienti ospedalieri ha mostrato solo benefici modesti. Prima di correre a praticare una tromboprofilassi così intensiva su tutti i pazienti, si dovrebbero tenere presenti questi dati e limitarsi esclusivamente ai pazienti a rischio. In secondo luogo, non sono ancora disponibili studi che valutino costi e benefici della tromboprofilassi con farmaci anticoagulanti nel quadro della prevenzione della TVP: su questo punto ad esempio le mie perplessità sono tante”.
Christian Schwiebert, anestesista al Royal Brompton Hospital di Londra, plaude invece alle nuove linee-guida, e suggerisce: “I pazienti dovrebbero esser classificati secondo i parametri suggeriti dalle linee-guida NICE al ricovero o anche prima, e al quel punto i protocolli d’intervento suggerirebbero la corretta profilassi da implementare. L’adozione di questa semplice procedura ci consentirebbe di abbattere significativamente il rischio di TVP nei pazienti”.
Una procedura che è già applicata in numerose strutture, occorre precisarlo. Lucy V. Harding, reumatologa all’Hope Hospital di Salford racconta la sua esperienza: “Il nostro ospedale ha implementato un protocollo per la tromboprofilassi sin dal 2004. In linea con le recenti indicazioni delle autorità sanitarie britanniche, di ogni paziente ammesso in ospedale viene valutato il rischio di tromboembolismo venoso, con prescrizione se necessario di eparina. Quando il protocollo è stato introdotto tutto il personale dell’ospedale è stato sensibilizzato e informato”.

 

Bibliografia. Letters. BMJ 2007; 334:1127-28.

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