Maggior mortalità determinata dal consumo di carne rossa
Il consumo di carne rossa è associato a un maggiore rischio di mortalità totale o legata a malattia cardiovascolare o al cancro. La sua sostituzione nella dieta alimentare con altre sorgenti proteiche determina un minore rischio cardiovascolare. Ne è convinta An Pan che, a capo di un’èquipe di studiosi ad Harvard (Boston), ha coordinato l’analisi retrospettiva di dati provenienti da 2 coorti, una di 37.698 uomini, l’altra da 83.644 donne, tutti privi di malattie cardiovascolari od oncologiche al basale. Il regime dietetico è stato analizzato tramite questionari validati e aggiornati ogni 4 anni. Sono stati documentati 23.926 decessi (di cui 5.910 cardiovascolari e 9.464 per cancro) durante un follow-up di 2,96 milioni di anni-persona. Dopo aggiustamento multivariabile per i maggiori fattori di rischio comportamentali e dietetici, l’hazard ratio (Hr) della mortalità totale per l’aumento di una porzione al giorno di carne rossa non trasformata è stato di 1,13, e di 1,20 per quella trasformata. I valori corrispondenti per la mortalità cardiovascolare sono risultati 1,18 e 1,21, e quelli per la mortalità da cancro 1,10 e 1,16. Gli autori stimano che la sostituzione di 1 razione al giorno di altri cibi (pesce, pollame, nocciole, legumi, grano intero) al posto di una porzione al giorno di carne rossa si associ a una riduzione del rischio di mortalità dal 7% al 19%. Inoltre, si ritiene che, nel periodo osservato, il 9,3% delle morti tra gli uomini e il 7,6% dei decessi tra le donne possa essere prevenuto al termine se tutti gli individui avessero consumato meno di 0,5 razioni al giorno (circa 42 g/die) di carne rossa. Arch Intern Med, 2012 Mar 12. [Epub ahead of print]
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