Terapia e sospensione degli inibitori della colinesterasi

12 Giu 2012 Neurologia

 

I risultati di uno studio franco-canadese suggeriscono che, contrariamente a quanto precedentemente riportato, interruzioni nel trattamento con inibitori della colinesterasi non ne compromettono i risultati nei pazienti anziani affetti da demenza. Durante gli otto anni compresi tra l’inizio del 2000 e la fine del 2007, un’analisi di sopravvivenza è stata condotta dagli autori – coordinati da Antoine Pariente, dell’università di Bordeaux Segalen – tra 24.394 soggetti dai 66 anni in su, ospitati in residenze per anziani ubicate in Quebec. La discontinuità di trattamento è stata definita da un’interruzione nella somministrazione dei farmaci contro l’Alzheimer per almeno sei settimane. In totale questa condizione si è verificata in 4.108 persone (16,8%) nel primo anno di terapia, mentre 596 (il 2,4%) hanno interrotto il trattamento già nei primi tre mesi e 4.038 (16,6%) dopo tre mesi. Fra tutti pazienti trattati con inibitori della colinesterasi, 4.409 sono stati ospedalizzati o sono deceduti durante il follow-up. L’interruzione del trattamento si è associata a un rischio leggermente inferiore di istituzionalizzazione o decesso (hazard ratio 0,91), che è invece risultato superiore nei soggetti ultraottantenni e in coloro che facevano uso di farmaci antipsicotici. Il genere femminile e l’assunzione di statine sono risultate invece condizioni associate a una riduzione del rischio.

Neurology, 2012 Mar 14

 

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