Staminali mesenchimali autologhe anti-rigetto

12 Giu 2012 Nefrologia

Nei pazienti sottoposti a trapianto di rene, l’utilizzo di cellule staminali mesenchimali autologhe ha prodotto – rispetto a quello degli anticorpi anti recettori Il-2 – un’inferiore incidenza di fenomeni di rigetto e di infezioni opportunistiche, oltre a una migliore funzionalità renale. È quanto si è visto in uno studio randomizzato controllato su 156 persone, realizzato da Jianming Tan, dell’università Xiamen di Fuzhou (Cina) e collaboratori. Dopo una suddivisione in 3 gruppi, a 53 pazienti sono state iniettate cellule staminali mesenchimali derivate dal midollo (1−2xÌ10(6)/kg) alla riperfusione renale e due settimane dopo, altri 52 hanno ricevuto una dose ridotta all’80% mentre 51 pazienti sono serviti come gruppo di controllo, trattato con una dose standard di anticorpi anti recettori Il-2. Dopo 6 mesi, il rigetto acuto confermato da biopsia si è verificato nel 7,5% dei pazienti che avevano ricevuto il dosaggio standard di staminali e nel 7,7% di coloro che erano stati trattati con un dosaggio ridotto, rispetto al 21,6% dei soggetti inseriti nel gruppo di controllo. Nessuno dei rigetti avvenuti nei pazienti trattati con le cellule staminali si è rivelato resistente all’azione dei glucocorticoidi, mentre ciò si è verificato in 4 dei soggetti che avevano ricevuto gli anti-recettori Il-2. Inoltre la somministrazione di staminali mesenchimali autologhe si è associata a un più veloce recupero della funzionalità renale con un aumento del livello di eGFR superiore al gruppo di controllo durante il primo mese. I benefici si sono estesi anche su tempi più lunghi, con una riduzione delle infezioni opportunistiche rilevata al controllo effettuato dopo un anno di follow-up.

JAMA, 2012; 307(11):1169-77

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