Basse emissioni di carbonio, più salute alla popolazione
Un articolo pubblicato sul British Medical Journal sostiene che la salute non è adeguatamente considerata nell’elaborazione delle politiche ambientali e mostra come si potrebbero ottenere benefici sanitari generalizzati dalla riduzione dei gas che producono l’effetto serra. Sir Andy Haines della London school of hygiene and tropical medicine e Carlos Dora dell’Organizzazione mondiale della sanità fanno l’esempio del passaggio dalla combustione del carbone a una produzione di energia elettrica con metodi a basso impatto ambientale, che comporterebbe una riduzione delle emissioni di anidride carbonica e di composti dannosi alla salute: restringendo l’analisi solo all’India, questo cambio di politiche industriali e ambientali eviterebbe circa 90.000 morti premature all’anno. Gli autori sottolineano gli aspetti economici dell’operazione e ricordano che il costo, certamente elevato, della riconversione all’economia verde verrebbe bilanciato dal risparmio di ingentissime spese sanitarie: l’incidenza di patologie cardiache e cerebrovascolari, depressione, malattia di Alzheimer, diabete, cancro al seno e al colon potrebbe ridursi drasticamente in conseguenza di un abbattimento minimo dell’inquinamento e delle emissioni dei gas serra. Secondo Haines e Dora, le autorità che si trovano a prendere decisioni su tematiche dal forte impatto ambientale dovrebbero abituarsi a consultare sistematicamente gli esperti di sanità, che «possono promuovere una maggiore sensibilità e fornire tutte le evidenze per aiutare la scelta di politiche in grado di migliorare la salute».
BMJ, 2012; 344:e1018
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