Stimolazione cerebrale profonda allevia i sintomi del Parkinson
Attraverso una revisione critica della letteratura, tre studiosi dell’Istituto di neurologia dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma hanno esaminato le potenzialità offerte dalla stimolazione cerebrale profonda, o Dns (deep brain stimulation) per il trattamento dei pazienti affetti da malattia di Parkinson. I numerosi studi pubblicati e archiviati su Pubmed mostrano che diversi nuclei cerebrali profondi sono stati stimolati da ricercatori e clinici, portando a un’ampia gamma di effetti sui sintomi motori e non-motori che tipicamente si associano al morbo di Parkinson. Esistono evidenze di alta qualità sui benefici a lungo termine della stimolazione del nucleo subtalamico e del globo pallido interno: in entrambi si ottiene un miglioramento delle funzionalità motorie. Altrettanto provata è la riduzione del tremore che si può conseguire stimolando il nucleo talamico ventrale intermedio. Dati sugli effetti a breve termine sono disponibili riguardo alla stimolazione di altre aree cerebrali profonde, quali il nucleo peduncolo-pontino e il complesso talamico centromediano-parafascicolare. Alcuni sintomi non motori migliorano dopo la Dbs, in parte come effetto diretto della stimolazione e in parte indirettamente, in conseguenza dei benefici ottenuti nelle funzionalità motorie e grazie a terapie farmacologiche meno intense.
Lancet Neurol, 2012; 11(5):429-42
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