Iperplasia prostatica benigna, promettenti inibitori Pde-5
Gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (Pde5i) possono migliorare in modo significativo i sintomi del tratto urinario inferiore (Luts) e la disfunzione erettile (De) nei pazienti con iperplasia prostatica benigna (Ipb). I Pde5i sembrano essere un trattamento promettente per i Luts secondari a Ipb con o senza De. Sono queste le conclusioni di una revisione sistematica e metanalisi effettuata da Mauro Gacci del dipartimento di Urologia dell’università di Firenze, e collaboratori, sugli studi prospettici e trasversali disponibili relativi all’impiego dei Pde5i da soli o in associazione con alfa-1-bloccanti in pazienti con Luts da Ipb. Su 107 articoli recuperati, nella meta-analisi ne sono stati inclusi 12. Di questi 7 erano stati svolti con i Pde5i contro placebo, per un totale di 3.214 uomini, mentre 5 erano stati condotti su 216 soggetti confrontando l’associazione tra Pde5i e alfa-bloccanti agli alfa-bloccanti da soli. Il follow-up di tutti i trial è stato in media di 12 settimane. Combinando i risultati dei trial, l’uso dei Pde5i da soli rispetto al placebo è apparso associato – al termine dello studio – a un significativo miglioramento dell’International Index of Erectile Function (Iief) score e dell’International Prostate Symptom Score (Ipss) score ma non del tasso di flusso urinario massimo (Qmax). Rispetto all’alfa-bloccante da solo, l’associazione di Pde5i e alfa-bloccanti a fine studio ha invece dimostrato di migliorare non solo i punteggi Iief e Ipss ma anche il Qmax.
Eur Urol, 2012; 61(5):994-1003
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