Vitamina D e prevenzione del tumore al seno

Il cancro della mammella rimane la seconda causa di mortalità per neoplasie nel mondo occidentale, nonostante gli screening di popolazione e le terapie aggressive di questi ultimi anni. Poiché molte donne muoiono ancora per questa malattia e per la tossicità dei trattamenti ad essa correlati, gli sforzi più recenti degli oncologi sono stati focalizzati sull’identificazione di trattamenti efficaci di farmaco-prevenzione. L’attenzione è stata rivolta principalmente ai farmaci antiestrogeni, come il tamoxifen e il raloxifene, che hanno dimostrato di poter prevenire circa il 50% dei tumori invasivi in donne ad alto rischio di cancro della mammella, ma l’uso di queste molecole è stato limitato dai loro effetti tossici.

Attualmente è disponibile un corpo di evidenze che indica la vitamina D come molecola promettente nella prevenzione di molte malattie. La sua azione di vitamina lipo-solubile è essenziale per la formazione dell’osso e nella omeostasi del calcio e, da numerosi studi epidemiologici, è emersa una correlazione tra i suoi livelli e la riduzione dell’incidenza di diverse neoplasie (1 ). Inoltre molti studi caso-controllo e di coorte hanno evidenziato una correlazione inversa tra

assunzione di vitamina D e incidenza di neoplasia mammaria, con esito sfavorevole in soggetti con neoplasia in fase iniziale associata a deficit di vitamina D L’ipotesi che l’effetto antiproliferativo della vitamina D sia maggiore in cellule con recettori ormonali positivi e gli scarsi risultati deducibili da studi epidemiologici hanno indotto un gruppo di ricercatori canadesi a studiare se l’esposizione ad elevati livelli di vitamina D durante l’adolescenza e la giovinezza è stato associata ad un ridotto rischio nella vita di sviluppare un tumore della mammella.

L’American Journal of Epidemiology (3 ) ha pubblicato i dati relativi a 759 casi e 1135 controlli arruolati in uno studio caso-controllo in un periodo di 3 anni (2003-2005) in cui è stata studiata l’associazione tra il grado di assunzione di vitamina D specifica per l’età e l’assetto recettoriale per Estrogeni (ER) e Progesterone (PR) del tumore della mammella. Mentre l’aumentata assunzione di vitamina D, definita attraverso il grado di esposizione al sole e alla dieta, era associata in maniera molto consistente a una riduzione del rischio di neoplasia mammaria nei 450 casi con ER+/PR+ (OR = 0.76, 95% IC: 0.59, 0.97 per uso di olio di merluzzo nell’adolescenza), la riduzione del rischio associato a neoplasie mammarie, nei 110 casi con recettori negativi ER-/PR- o nei 199 casi con recettori misti ER+/PR-, era simile ma non significativa con rispettivamente un OR=0.74 e OR=0.79.

Questi dati permettono di concludere che l’esposizione alla vitamina D durante l’adolescenza e la giovinezza (con l’assunzione di olio di merluzzo, latte, supplementi vitaminici ed esposizione al sole) è associata ad una riduzione del rischio per neoplasie della mammella con recettori positivi (ER+/PR+) con differenze minime per gli altri subset di casi (ER-/PR-, ER+/PR-). Questa evidenza sostiene le raccomandazioni della National Osteoporosis Foundation favorevoli all’assunzione regolare e con dosaggi adeguati di vitamina D (800 UI/die).

In conclusione per ottenere un effetto di prevenzione della vitamina D nella neoplasia della mammella sembra che siano critici i tempi lunghi di supplementazione e le alte dosi. Saranno utili nuovi trial per confermare questi dati e per chiarire anche i risultati del trial WHI (Women’s Health Initiative) pubblicati sul Journal of the National Cancer Institute (4 ), in cui non sono documentati effetti preventivi della vitamina D, in associazione al calcio, sul rischio di sviluppare un tumore della mammella e questo per questo per fattori di confondimento intrinseci al trial e correlati a limiti di tempo e dosi di supplementazione che possono aver compromesso l’efficacia della farmaco-prevenzione.

Bibliografia

  1. Giovannucci E. Vitamin D and cancer incidence in the Harvard cohorts. Ann Epidemiol. 2008 ; doi:10.1016/j.annepidem.2007.12.002
  2. Goodwin P, Ennis M, Pritchard KI, Koo J, Hood N. Frequency of vitamin D (Vit D) defi ciency at breast cancer (BC) diagnosis and association with risk of distant recurrence and death in a prospective cohort study of T1-3, N0 – 1, M0 BC. Paper presented at the annual meeting of ASCO; May 30, 2008; Chicago, IL. J Clin Oncol. 2008; abstract 511, 15s (Part 1 of 2): 9s.
  3. Blackmore KM et al. Vitamin D from dietary intake and sunlight exposure and the risk of hormone-receptor-defined breast cancer. Am J Epidemiol 2008;168:915-24.
  4. Chlebowski RT et al. Calcium plus vitamin D supplementation and the risk of breast cancer J Natl Cancer Inst. 2008;100: 1581 – 1591

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