Allergia alle uova: immunoterapia orale, strategia efficace
L’immunoterapia orale è efficace nel desensibilizzare una importante percentuale di bambini allergici alle uova e nell’indurre una duratura non-responsività in un sottoinsieme clinicamente significativo di pazienti. Lo afferma uno studio apparso sulNew England Journal of Medicine.
L’allergia alle uova è la seconda più diffusa dopo quella al latte tra quelle alimentari, e colpisce l’1-2% dei bambini. La storia naturale dell’allergia alle uova ci suggerisce che solo il 4% dei bambini riesce a superare la condizione a 4 anni, mentre il 37% deve attendere i 10 anni di età e il rimanente 59% addirittura i 16 anni. Un problema epidemiologico di non poco conto: evitare le uova è infatti complicato per le famiglie, perché sono presenti in numerosi alimenti anche ‘insospettabili’ e vengono utilizzate persino per produrre alcuni vaccini. Allo stato attuale del resto non c’è scelta: l’unico trattamento validato e approvato per l’allergia alle uova è la dieta di esclusione. Numerosi ricercatori in passato hanno proposto una strategia di immunoterapia orale mediante somministrazione di proteine di albume d’uovo per il trattamento dei bambini affetti da allergia alle uova (seguendo il modello sperimentato con successo per altre allergie alimentari), ma i dati finora raccolti sono stati contraddittori. Nel 2005 è stato costituito dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) un Consortium of Food Allergy Research (CoFAR) per condurre studi osservazionali e clinici sull’argomento. Ora il team del Department of Pediatrics del Duke University Medical Center di Durham, coordinato da A. Wesley Burks, in uno studio in doppio cieco vs. placebo ha randomizzato 55 bambini dai 5 agli 11 anni affetti da allergia alle uova a immunoterapia orale (n=40) o placebo (n=15).
Il protocollo della immunoterapia orale era declinato in tre fasi: all’aumento progressivo della dose sono seguite una fase di build-up e la fase di mantenimento con la somministrazione di 2 g di albume in polvere (l’equivalente di un terzo di uovo). Immediatamente dopo i pazienti sono stati sottoposti a test di provocazione (challenge) orale ‒ rispettivamente con 5 g e 10 g di albume in polvere ‒ a 10 e 22 mesi. I pazienti che hanno superato il challenge orale a 22 mesi (n=30, 75% del gruppo trattato con immunoterapia orale, 0% del gruppo placebo) hanno interrotto l’immunoterapia, poi hanno evitato accuratamente l’assunzione di uova per 4-6 settimane, a 24 mesi sono stati sottoposti ad un altro test di provocazione orale, stavolta non solo con 10 g di albume in polvere ma anche con 1 uovo cotto per verificare l’esistenza di una non-responsività duratura. I pazienti che hanno superato questo ulteriore challenge orale (n=11, 28% dei pazienti del gruppo trattato con immunoterapia orale) sono stati avviati a una dieta libera – uova comprese – e valutati infine a 30 e 36 mesi. Tutti i pazienti giunti a questa fase del percorso terapeutico ormai consumavano uova senza presentare alcun sintomo allergico. La misurazione di marker immunologici durante lo studio e il follow-up hanno evidenziato come i bambini sottoposti a immunoterapia orale, rispetto a quelli trattati con placebo, presentavano minore diametro dei pomfi durante il prick test (indice di soppressione dei mastociti), ridotta attivazione basofila uovo-indotta e aumento dei livelli di IgG4 alimento-specifici, mentre nessuna oscillazione nei livelli di anticorpi IgE alimento-specifici è stata registrata. Spiega A. Wesley Burks: “L’immunoterapia orale garantisce protezione a un gran numero di bambini affetti da allergia alle uova innalzando la soglia della reazione immunitaria, e quindi rappresenta una terapia molto promettente per le allergie alimentari. I meccanismi che determinano il successo o il fallimento dell’immunoterapia orale sono però ancora ignoti. Affinché l’immunoterapia orale diventi lo standard di trattamento però occorre definire più accuratamente i rischi che comporta rispetto alla semplice dieta di evitamento, definire i dosaggi che garantiscono gli outcome migliori, identificare i pazienti che possono beneficiare di più dell’immunoterapia orale e sviluppare strategie post-desensibilizzazione che consentano effetti duraturi”.
▼ Burks AW, Jones SM, Wood RA et al for the Consortium of Food Allergy Research (CoFAR). Oral Immunotherapy for Treatment of Egg Allergy in Children. N Engl J Med 2012;367:233-243
CORP-1053355-0000-UNV-W-09/2014
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