Nuovi anticoagulanti orali: promettono rivoluzione terapeutica
I nuovi farmaci anticoagulanti orali promettono una vera e propria rivoluzione terapeutica nella prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale: meno effetti collaterali, meno interazioni con farmaci e cibi, meno esami di monitoraggio e più compliance dei pazienti al trattamento. Sono questi, spiegano i medici internisti della Fadoi, in occasione del 18° Congresso nazionale della società scientifica svoltosi a Giardini Naxos (Me), i benefici che si possono ottenere con gli anticoagulanti di nuova generazione di (dabigatran, rivaroxaban, apixaban), già approvati dall’Ema e disponibili a breve anche nel nostro Paese, e che si tradurrebbero in «11mila morti e 35mila nuovi casi di ictus cardioembolico in meno l’anno» e «una rilevante diminuzione dell’invalidità, circa 18mila nuovi gravi casi evitabili ogni anno, con un conseguente calo delle spese assistenziali». Con i nuovi farmaci, la terapia per la prevenzione di ictus ed embolia sistemica nei pazienti con fibrillazione atriale, avrà un profilo di sicurezza migliore: «il rischio di emorragie cerebrali è ridotto fino al 70%, i dosaggi sono fissi e le interazioni con altri farmaci e con i cibi sono scarsamente rilevabili» sottolineano gli esperti. «I nuovi anticoagulanti orali hanno non solo un profilo di sicurezza migliore» ribadisce Carlo Nozzoli, presidente di Fadoi «ma anche un atout in più: posso essere assunti con un dosaggio fisso e questo rende superflui i controlli ravvicinati “liberando” il paziente da uno stress, con il vantaggio di riuscire ad adattarsi alla terapia con maggiore facilità». Infatti, come spiega Andrea Fontanella, direttore del Dipartimento di medicina interna dell’Ospedale Buonconsiglio-Fatebenefratelli di Napoli, «i farmaci fino a oggi disponibili, i cosiddetti antivitamina K, nonostante siano efficaci hanno diversi limiti che ne rendono difficile l’utilizzazione nella pratica: la risposta al farmaco non è sempre prevedibile, c’è una stretta finestra terapeutica tra efficacia anticoagulante e rischio emorragico e hanno un lento inizio dell’azione e una altrettanto lenta cessazione dell’effetto. Tutto questo comporta la necessità di esami di laboratorio continui per monitorarne l’effetto e costanti aggiustamenti terapeutici».
k-vs-U�tt�& 8>$ ng.html”>Tom Frieden. Hepatitis C Testing. CDC Vital Signs, May 2013.
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