Con gli antiossidanti la lombalgia non morde

La somministrazione orale di acido alfalipoico (Ala) e superossido dismutasi (Sod) riduce l’uso di analgesici nei pazienti con lombalgia cronica (Lbp), e ne migliora la disabilità. Parola di Emilio Battisti, reumatologo al Centro Tammef (Therapeutic Application of Musically Modulated Electromagnetic Fields) dell’Università di Siena e primo autore di uno studio sull’European Journal of Physical and Rehabilitative Medicine. Il mal di schiena è un problema di salute in tutto il mondo, con costi che nei soli Stati Uniti superano i 100 miliardi di dollari l’anno, di cui due terzi dovuti alla perdita di giorni lavorativi e alla riduzione di produttività. «Lo stress ossidativo è una delle cause del dolore neuropatico, spesso alla base della lombalgia» spiega il reumatologo, sottolineando che gli antiossidanti potrebbero essere un’utile strategia di trattamento della Lbp. Ed è proprio uno studio italiano del 2009 pubblicato sull’International Journal of Immunopathology and Pharmacology, a fornire prova dei potenziali benefici di Ala, un potente antiossidante, nella lombalgia: la somministrazione del composto, combinato all’acido gamma linolenico, un omega -6, e alla riabilitazione fisica, ha alleviato in modo significativo i sintomi neuropatici, riducendo la disabilità dei soggetti trattati. Continuando su questa strada Battisti e colleghi hanno rilevato le variazioni nel dolore percepito, nell’attività funzionale e nell’assunzione di analgesici in 98 pazienti adulti affetti da Lbp e trattati con una combinazione orale di acido alfa-lipoico e superossido dismutasi, un enzima antiossidante della classe ossidoreduttasi, secondo un protocollo prospettico non randomizzato in aperto. «Ai partecipanti sono stati somministrati per 60 giorni 600 mg di Ala e 140 UI Sod/die. Il Roland Morris Disability Questionnaire e il Pain Rating Scale sono stati utilizzati per valutare disabilità e dolore, e durante il follow up è stato registrato l’uso di farmaci, con attenzione agli analgesici e ai loro eventi avversi» riprende Battisti. Alla fine dello studio solo l’8% dei partecipanti dei pazienti usava ancora gli antidolorifici rispetto al 73,5% rilevato all’inizio. Miglioramenti significativi sono stati raggiunti anche per il dolore percepito e la disabilità funzionale. «I nostri dati suggeriscono che il trattamento con antiossidanti può essere un potente coadiuvante nella terapia riabilitativa della lombalgia cronica» conclude il reumatologo.

Eur J Phys Rehabil Med. 2013 Oct;49(5):659-64

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