Cardiomiopatie ed ICD: statine riducono mortalit

La terapia statinica riduce la mortalit? nei pazienti con cardiomiopatie ischemiche e non ed in quelli portatori di defibrillatori impiantabili (ICD). Precedenti studi avevano suggerito che le statine aumentino la sopravvivenza nei pazienti con insufficienza cardiaca, ed il presente studio si proponeva di espanderne le conclusioni osservando gli effetti delle statine in vari sottogruppi di pazienti. In base ai risultati, le statine potrebbero costituire una potente aggiunta alle terapie in grado di modificare il decorso della malattia per l’insufficienza cardiaca, e tale beneficio ? presente anche in presenza della migliore terapia possibile. Sono comunque necessarie delle conferme da parte di stud randomizzati attualmente in corso. (Am Heart J 2007; 153: 573-8)

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Insufficienza cardiaca: depressione peggiora esiti

30 Mag 2007 Cardiologia

La depressione clinica aumenta in modo significativo il rischio di morte o ricovero per cause cardiovascolari nei pazienti con insufficienza cardiaca, indipendentemente dalla gravit? della sindrome. Il presente studio conferma i risultati delle precedenti ricerche, ma li rafforza in quanto i livelli di peptide natriutretico sono stati utilizzati come misura della gravit? cardiovascolare: gli studi precedenti tendevano infatti a basarsi su parametri funzionali meno obiettivi pi? sensibili all’influenza dei sintomi depressivi. La depressione non ? solamente un marcatore di malattia pi? grave: essa ? comune in questa popolazione di pazienti, e comporta il proprio carico di rischio indipendente, anche nei pazienti con il cuore compromesso. L’uso di antidepressivi ? legato ad una diagnosi pi? infausta, il che non ? spiegato dal presente studio, quindi questo dato deve essere interpretato con cautela. (Arch Intern Med 2007; 167: 367-73)

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Prevenzione cardiovascolare nelle donne: linee guida focalizzate su fattori di r

29 Mag 2007 Cardiologia

Sono state aggiornate le linee guida AHA per la prevenzione cardiovascolare nelle donne, e negli aggiornamenti viene enfatizzata l’importanza di iniziare la prevenzione precocemente, con l’adozione di uno stile di vita sano, combattendo i fattori di rischio. E’ stato raccomandato un esercizio fisico giornaliero, anche leggero, come 30 minuti di passeggiata la maggior parte dei giorni della settimana. L’aspirina ? raccomandata al di sopra dei 65 anni se i benefici della sua somministrazione superani il rischio di emorragie gastrointestinali. Nella prevenzione primaria e secondaria, invece, non sono indicati gli integratori a base di antiossidanti. La progressione verso l’ipertensione pu? essere rallentata sia da mezzi farmacologici che non farmacologici. E’ stato escluso il rischio di conseguenze cardiovascolari negative derivanti dall’integrazione di calcio e vitamina D. (Circulation online 2007, pubblicato il 19/2)

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Fibrillazione atriale: nuova tecnologia semplifica trattamento chirurgico

23 Mag 2007 Cardiologia

L’ablazione bipolare a radiofrequenza e la crioablazione possono semplificare le procedure ablative per fibrillazione atriale senza comprometterne l’efficacia. La vecchia procedura Cox-maze III utilizzava tecniche di taglio e sutura per interrompere i circuiti rientranti all’interno del tessuto atriale, mentre la nuova tecnica Cox-maze IV impiega energie bipolari a radiofrequenza e crioablazione quali mezzi ablativi per il rimpiazzo della maggior parte delle incisioni. Questa nuova tecnica ha semplificato la procedura da un punto di vista tecnico, rendendola applicabile alla maggior parte dei pazienti con fibrillazione atriale sottoposti a concomitante cardiochirurgia. Bench? nel passato la procedura Cox-maze sia stata riservata a pazienti altamente selezionati, essa pu? essere oggi offerta virtualmente a tutti i pazienti con fibrillazione atriale cronica indirizzati alla chirurgia coronarica o valvolare. (J Thorac Cardiovasc Surg 2007; 133: 389-96)

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Extrasistolia ventricolare nell’elettrocardiogramma

Il riscontro di extrasistolia ventricolare nell’elettrocardiogramma (ECG) basale ? un evento assai comune in soggetti senza una evidente patologia cardiaca ed ancor pi? in individui cardiopatici. Tale evenienza indirizza abitualmente l’interesse del medico verso differenti ed importanti aspetti di management clinico, quali ad esempio l’esecuzione di indagini pi? approfondite nei soggetti senza una cardiopatia evidente, la valutazione dell’aritmia a fini prognostici, la necessit? e l’utilit? di un trattamento antiaritmico specifico, la maggiore aggressivit? nella terapia della cardiopatia gi? nota. E’ noto che le caratteristiche proprie dei battiti ectopici ventricolari prematuri (BEV, definizione pi? corretta in aritmologia per indicare l’extrasistolia ventricolare) registrati all’ECG assumono un significato rilevante nel giudizio diagnostico e prognostico; per questo una cosiddetta forma ?complessa? (BEV polimorfi, frequenti, ripetitivi a coppie o salve di tachicardia ventricolare non sostenuta o sostenuta, molto precoci con fenomeno R su T) ? considerata in ogni caso con maggiore attenzione ed allarme rispetto ad una senza tali caratteri determinanti.
Certamente, il problema richiede un approccio clinico differente a seconda che l’aritmia venga evidenziata in soggetti gi? cardiopatici o in assenza di un precedente rilievo di malattia cardiaca.

Significato prognostico dell’extrasistolia ventricolare

Nonostante l’elevato livello di conoscenze sull’argomento, esistono tuttora rilevanti aree di incertezza sul significato prognostico dell’aritmia ventricolare nei soggetti con cardiopatia nota, ed ancor pi? nei casi in cui questa viene esclusa dopo un iter diagnostico accurato.
Sembra, inoltre, che la terapia con farmaci antiaritmici, ad eccezione di pochi casi selezionati, non riesca comunque a modificare significativamente la prognosi quoad vitam.
A tale riguardo risulta particolarmente interessante il contributo che deriva da un recente studio, pubblicato sulla rivista American Journal of Cardiology da ricercatori dell’Universit? della Carolina del Nord: vengono riportati i risultati di un’analisi prospettica condotta su un’ampia popolazione dello studio ARIC (Atherosclerosis Risk in Communities), 15.070 soggetti di et? compresa fra 45 e 64 anni.
Il riscontro di BEV in un singolo ECG della durata di 2 minuti era presente nel 6,2% del campione, con una frequenza significativamente maggiore negli individui con malattie delle coronarie.
Nel periodo di osservazione di 10 anni, tra i soggetti che avevano mostrato la presenza di BEV all’ECG, la percentuale di decessi per eventi coronarici era maggiore di almeno tre volte (7,8% versus 2,1%) rispetto al resto della popolazione osservata; tale dato era evidente sia tra coloro che avevano una malattia ischemica gi? accertata sia tra quelli senza cardiopatia.

Cosa fare per migliorare la prognosi?

Secondo gli Autori dello studio la presenza di aritmia ventricolare all’elettrocardiogramma comporterebbe un rischio pi? elevato di mortalit? per cardiopatia ischemica, anche in soggetti apparentemente sani.
Da questi dati deriverebbe la necessit? di una maggiore attenzione nei confronti dei soggetti, non particolarmente rari, che presentano BEV all’elettrocardiogramma, anche se non cardiopatici, con l’adozione non tanto di un trattamento farmacologico con antiaritmici (che in altri studi non si sono dimostrati sempre efficaci nel ridurre la mortalit? cardiaca), quanto piuttosto di provvedimenti pi? aggressivi di riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare, come ipertensione, fumo, ipercolesterolemia.
Questa pu? oggi essere infatti definita la strategia di prevenzione in assoluto pi? efficace, fondata su una corretta individuazione della popolazione a rischio pi? elevato e su una tempestiva ed aggressiva riduzione dei fattori di rischio modificabili pi? importanti.

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Cardiopatie congenite connesse ai maggiori difetti neonatali

I difetti neonatali sono le principali cause di ricoveri pediatrici e spese sanitarie, e sono responsabili del 20 percento del totale della mortalit? neonatale. Difetti quali l’ipoplasia cardiaca sinistra possono implicare diversi interventi successivi che possono necessitare di ricovero durante l’infanzia, e sono quindi necessari studi approfonditi per esaminare i costi economici e psicosociali a carico dei neonati con difetti di nascita e delle loro famiglie. Dal 2003 ad oggi ? stato osservato un aumento delle nascite pretermine: bench? ulteriore tempo gestazionale sia connesso ad una diminuzione del rischio di mortalit? e morbidit? a lungo termine, i neonati pretermine pi? tardivi rimangono maggiormente a rischio di quelli nati in tarda gravidanza, (MMWR. 2007; 56 (02): 25-9 e 33)

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Ablazione settale con alcool connessa a tossicit? vascolare

28 Mar 2007 Cardiologia

Lo studio di campioni miocardici indica che la tossicit? vascolare diretta dell’alcool potrebbe essere un aspetto importante del meccanismo alla base dell’ablazione settale con alcool per la cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva. Una minoranza dei pazienti con questa cardiopatia genetica non risponde al trattamento medico, e potrebbe richiedere miectomia settale chirurgica o ablazione settale con alcool: in quest’ultima procedura, si inietta etanolo nel setto tramite la circolazione coronarica, ma i dettagli di quanto ne consegue non sono stati finora delineati con precisione. In base al presente studio, l’etanolo pu? causare infarti miocardici acuti con necrosi vascolare. Lo studio consente di far progredire le attuali conoscenze del meccanismo tramite il quale l’ablazione settale con alcool porti a benefici prolungati nei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva con sintomi refrattari ad una terapia medica ottimale. (Heart 2006; 92: 1773-8)

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Coronaropatie: TAC multistrato ed imaging perfusionale complementari

26 Mar 2007 Cardiologia

Nei pazienti a medio rischio di coronaropatie, la TAC multistrato (MSCT) offre informazioni diagnostiche diverse ma complementari rispetto a quelle delle tecniche d’immagine perfusionali miocardiche (MPI). Questo dato supporta l’integrazione delle due tecnologie. Sono stati gi? effettuati dei passi per la creazione di apparecchiature ibride, ma bench? il razionale per l’ottenimento di informazioni sia sul carico arteriosclerotico che sull’ischemia sia disponibile gi? da tempo, i benefici relativi di MSCT ed MPI sono rimasti ignoti, e non sono stati effettuati studi di confronto diretto. Il presente studio dimostra la discrepanza fra le due tecniche: l’arteriosclerosi infatti non ? sinonimo di ischemia, e la gravit? della stenosi focale in s? non ? sufficiente a prevedere la significativit? emodinamica del carico correlato alla placca coronarica. Nella pratica clinica, la MSCT potrebbe essere usata come test di prima linea, almeno nei soggetti a medio rischio: se risulta normale, si esclude la presenza di coronaropatie, ma se si rileva arteriosclerosi potrebbe risultare appropriato l’uso di PET o SPECT. Se la MSCT risulta positiva ma i test MPI sono negativi, il paziente potrebbe essere candidato ad una terapia medica aggressiva ed alla modificazione dei fattori di rischio, mentre i pazienti che hanno anche una MPI positiva dovrebbero essere sottoposti ad angiografia invasiva ed a rivascolarizzazione. (J Am Coll Cardiol 2006; 48: 2508-14 e 2515-7)

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I vini rossi ricchi di procianidine offrono una maggiore cardioprotezione

19 Mar 2007 Cardiologia

Ricercatori della Queen Mary University e della University of Glasgow hanno dichiarato che i vini rossi di Francia ed Italia sono i migliori per proteggere il cuore, perch? contengono pi? alte concentrazioni di procianidine, gli antiossidanti che contribuiscono alla salute cardiovascolare.

Sembra che il vino Cannonau di Nuoro, in Sardegna, e il vino Madiran di Gers, nelle colline ai piedi dei Pirenei, siano particolarmente ricchi in polifenoli.

Numerosi studi hanno confermato che 1 o 2 bicchieri di vino rosso al giorno hanno effetti benefici sul cuore ed i bevitori moderati hanno una minore probabilit? di soffrire di malattie cardiache rispetto agli astemi.

I Ricercatori inglesi hanno identificato un particolare gruppo di polifenoli, noti come procianidine oligomeriche, che sarebbe in grado di fornire il maggior grado di protezione per le cellule dei vasi sanguigni.

La procianidine sopprimono la produzione di endotelina-1, una proteina che ha un effetto vasocostrittore.

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Ecografia identifica pazienti a rischio cardiaco subclinico

15 Mar 2007 Cardiologia

Il Framingham Risk Score (FRS) ? utile nella valutazione del potenziale di sviluppo di malattie cardiovascolari, ma apparentemente tende a sottostimare questo rischio in un’ampia percentuale di pazienti: bench? infatti l’FRS sia uno strumento utile nella valutazione del rischio di futuri eventi coronarici, il presente studio suggerisce che un terzo dei soggetti a rischio medio-basso secondo il test FRS presentino gi? i segni della malattia arteriosclerotica a livello subclinico. Secondo gli autori, l’uso non invasivo dell’ecografia pu? rendere pi? accurata la previsione di eventi coronarici, soprattutto nelle donne. Il test FRS, inoltre, non presenta la stessa accuratezza in tutti i gruppi etnici, il che va tenuto in conto nella valutazione del rischio del singolo paziente. (Am J Cardiol 2006; 98: 1374-8)

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