Più aumenta la pressione arteriosa, più aumenta il rischio di fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale (FA), l’aritmia cardiaca in assoluto più comune, si verifica nell’1-2% della popolazione generale e la sua incidenza è in aumento, tanto che ci si aspetta che raddoppi nei prossimi 50 anni. L’ipertensione (IA) è il maggior fattore di rischio di FA e recentemente uno studio effettuato sulle donne ha dimostrato un maggior rischio di FA anche per la pressione normale-alta. Hypertension ha recentemente pubblicato uno studio epidemiologico a lungo termine in cui si è estesa agli uomini questa relazione: in Norvegia sono strati studiati 2.014 uomini sani, arruolati tra il 1972 e il 1975, e sono stati seguiti in un follow up di 30 anni, con 270 casi di FA documentata. I soggetti esaminati sono stati divisi in quartili e si è osservato che il rischio di FA aumentava significativamente (1.60 volte) negli uomini con una PAS basale > 140 mm Hg e di 1.50 volte in quelli con una pressione normale-alta (128-138 mm Hg, terzo quartile) confrontati con quelli con una PAS < 128 mm Hg (quartile più basso). La PAD basale > 80 mm Hg aumentava il rischio di FA di 1.79 volte confrontato con i soggetti che avevano una PAD basale < 80 mm Hg. Le differenze si mantenevano significative anche se aggiustate per diabete o malattie cardiovascolari insorte prima della FA (durante i 30 anni di osservazione, ci sono stati 115 pazienti che hanno sviluppato una di queste condizioni). Nell’editoriale che accompagna lo studio, Verdecchia si domanda se, visto che i soggetti con PA normale-alta sviluppano ipertensione più di quelli con PA ottimale, sia possibile che la FA si sia sviluppata non tanto nei pazienti con PA nomale-alta, ma in pazienti che nel frattempo erano diventati ipertesi. Comunque è chiaro che questi risultati inducono ad una politica ancora più aggressiva nei confronti dell’IA ma anche della PA normale-alta ed è importantissimo che si conducano studi di intervento per chiarire la relazione tra le strategie di controllo della PA ed il rischio di FA.
Grundvold I et al. Hypertension 2012, 59:198-204
Verdecchia P et al. Hypertension 2012; 59: 184-185
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