Acidi biliari danneggiano mucosa esofagea

Anche una breve esposizione agli acidi biliari in condizioni debolmente acidi che pu? danneggiare l’integrit? della mucosa esofagea, il che potrebbe spiegare la presenza di dolore precordiale persistente nei pazienti trattati. I nuovi trattamenti mirati verso la barriera antireflusso e volti ad evitare qualsiasi tipo di reflusso gastroesofageo (acido e non) che contenga acidi biliari dovrebbero teoricamente aiutare questi pazienti. Nel 2005 ? stato dimostrato che la dilatazione degli spazi intercellulari consente la diffusione degli acidi gastrici reflussati nello spazio intercellulare, causando dolore precordiale in casi altrimenti asintomatici di malattia da reflusso non erosiva: si tratta di un meccanismo potenzialmente implicato anche nei pazienti con sintomi persistenti nonostante il trattamento con inibitori della pompa protonica. Rimane da dimostrare se queste alterazioni siano seguite da stimolazione dei nervi afferenti. (Gut 2008; 57: 1366-74)

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Acidi biliari danneggiano mucosa esofagea

Anche una breve esposizione agli acidi biliari in condizioni debolmente acidi che pu? danneggiare l’integrit? della mucosa esofagea, il che potrebbe spiegare la presenza di dolore precordiale persistente nei pazienti trattati. I nuovi trattamenti mirati verso la barriera antireflusso e volti ad evitare qualsiasi tipo di reflusso gastroesofageo (acido e non) che contenga acidi biliari dovrebbero teoricamente aiutare questi pazienti. Nel 2005 ? stato dimostrato che la dilatazione degli spazi intercellulari consente la diffusione degli acidi gastrici reflussati nello spazio intercellulare, causando dolore precordiale in casi altrimenti asintomatici di malattia da reflusso non erosiva: si tratta di un meccanismo potenzialmente implicato anche nei pazienti con sintomi persistenti nonostante il trattamento con inibitori della pompa protonica. Rimane da dimostrare se queste alterazioni siano seguite da stimolazione dei nervi afferenti. (Gut 2008; 57: 1366-74)

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Irradiazione prostata e rischio di ca del colon

A seguito di una radioterapia esterna per tumore prostatico si osserva un aumento del rischio di tumori del colon. Il rischio di nuove neoplasie dopo la radioterapia, per quanto probabilmente limitato, deve essere comunque attentamente monitorato. In base a quanto rilevato, il rischio risulta aumentato per le neoplasie del colon, ma non per quelle rettali, e rimane elevato per un periodo compreso fra cinque e nove anni dalla diagnosi iniziale. Questo effetto collaterale potenzialmente grave della radioterapia andrebbe ponderato a fronte dei benefici da essa attesi sul controllo locale della neoplasia. (Int J Cancer 2008; 123: 1141-5)

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Diagnostica per immagini nella colonscopia

Rispetto all’uso della colonscopia a luce bianca, il prototipo di un sistema d’immagine videoendoscopico ad autofluorescenza riesce a migliorare il rilevamento dei polipi del colon. In particolare, il sistema risulta utile nel rilevamento dei polipi adenomatosi piatti: il maggior vantaggio potrebbe essere la capacit? di effettuare esami pi? rapidi ed efficienti senza ulteriore uso dell’endoscopio e risparmiando i tempi ed i costi necessari per la colorazione dei tessuti. Il nuovo sistema infatti fornisce immagini pseudo-colorate in tempo reale: le lesioni non neoplastiche appaiono colorate in verde, e quelle neoplastiche in magenta. I risultati ottenuti sono incoraggianti, ed ? attualmente in fase di progettazione uno studio multicentrico volto ad accertare la reale utilit? del sistema. (Am J Gastroenterol 2008; 103: 1926-32)

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Radici genetiche per l’epatite C?

La trasmissione intrafamiliare dell’Hcv e la predisposizione genetica all’infezione potrebbero spiegare la componente familiare dell’epatite C nelle zone di endemia. La sieropositivit? per l’Hcv all’interno delle famiglie ? significativamente pi? elevata di quanto ci si attenderebbe se la cosa fosse casuale, anche tenendo conto dei fattori di rischio noti per l’infezione: almeno parte di questo fenomeno potrebbe essere spiegato da una predisposizione genetica dell’ospite all’infezione. La ricerca del modello genetico alla base di questo effetto ? attualmente in corso, ed il prossimo passo consister? in un’analisi che consentir? di mappare l’effetto genetico all’interno dell’intero genoma. (Gut 2008; 57: 1268-74)

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Pancreatite post-ERCP: efficaci FANS

La somministrazione preventiva di FANS ? efficace nella profilassi della pancreatite a seguito di colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP). Questo dato deriva da una meta-analisi degli studi prospettici randomizzati condotti in materia effettuata in quanto i singoli studi avevano finora portato a risultati inconcludenti. La somministrazione profilattica diffusa di questi farmaci potrebbe risultare in una sostanziale riduzione dell’incidenza della pancreatite post-ERCP, il che si tradurrebbe in un importante beneficio economico. Sono necessari ulteriori studi per rifinire le stime della sostanziale protezione dalle forme gravi di pancreatite conferita dai FANS e stabilire se questi farmaci agiscano o meno sinergicamente con altri interventi preventivi, come lo stenting pancreatico. (Gut 2008; 57: 1262-7)

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Diagnostica adenomi intestinali

I tassi di mancata diagnosi di adenoma colorettale sono equivalenti con la colonografia TAC (CTC) o con quella ottica (OC). Non esistono test di screening perfetti: la CTC non individua tutti i polipi, e soprattutto quelli sessili, ma il tasso di mancato rilevamento dei polipi alla CTC non ? diverso da quello della colonoscopia. La CTC offre al paziente un’ulteriore opportunit? d’indagine, che peraltro non richiede sedazione, in grado di individuare i polipi con un’accuratezza simile a quella della colonoscopia, ma il punto debole della CTC consiste nel fatto che si tratta solo di un test diagnostico senza alcun connotato terapeutico: se si individuano dei polipi, ? comunque necessaria una colonoscopia per rimuoverli. Ulteriori studi valuteranno l’accuratezza della CTC per quanto riguarda le dimensioni dei polipi, paragoneranno le due tecniche sul tasso totale di rilevamento degli adenomi, esamineranno la storia naturale dei polipi non resecati e seguiti tramite CTC ed investigheranno la patologia dei polipi di dimensioni intermedie (sei-nove millimetri) rilevati alla CTC. (Am J Gastroenterol 2008; 103: 2068-74)

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Rischi embolici nelle infiammatorie intestinali

I pazienti ricoverati in ospedale con malattie infiammatorie intestinali presentano un aumento del rischio di tromboembolia venosa rispetto agli altri. Ci? rinforza l’attuale indicazione di applicare misure preventive contro la tromboembolia venosa nei soggetti a rischio durante i periodi di ricovero. La differenza nella prevalenza di questa complicazione fra i soggetti con malattie infiammatorie intestinali e gli altri risulta pi? pronunciata sopra i 40 anni, ma il maggior rischio ? per i pazienti pi? giovani, che potrebbero passare inosservati per la mancanza di comorbidit? che li fa sembrare meno suscettibili. (Am J Gastroenterol 2008; 103: 2272-80)

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Epatite B: morbo celiaco blocca vaccino

Una risposta immune inadeguata alla vaccinazione anti-Hbv potrebbe essere un segnale di morbo celiaco non diagnosticato, ma comunque la risposta immune al vaccino ? simile a quella normale nei pazienti che rispettano una dieta priva di glutine. Il successo della ripetizione della vaccinazione dopo una dieta controllata e la correlazione fra la mancata risposta in presenza di autoanticorpi celiaci e trasgressioni nella dieta suggeriscono che l’attivit? della malattia possa svolgere un ruolo primario nel fallimento della vaccinazione. La risposta anticorpale alla vaccinazione anti-Hbv dovrebbe essere determinata nei pazienti con recente diagnosi di morbo celiaco, ed i pazienti che non rispondono vengano nuovamente vaccinati dopo una dieta prova di glutine. (Pediatrics 2008; 121: e1570-6)

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Biomarcatori precoci del CA pancreatico

Le proteine che vengono espresse differenzialmente in un modello murino di adenocarcinoma pancreatico duttale sono presenti anche nelle prime fasi della malattia nell’uomo. Vi ? un’urgente necessit? di sviluppare marcatori ematici che consentono un rilevamento precoce del tumore, classificarli ai fini di una terapia diretta e monitorare progressione, regressione o recidiva della malattia. Sulla base dei dati rilevati, ? ora in programma lo sviluppo di test in grado di distinguere la pancreatite dai tumori pancreatici, nonch? l’ulteriore valutazione dell’utilit? di un approccio del genere per il rilevamento precoce dei tumori nei soggetti a rischio di sviluppare la malattia. (PLoS Medicine 2008; : e123)

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