Colesterolo HDL, ictus e diabete nell’anziano

20 Ott 2009 Geriatria

I livelli di colesterolo HDL sono associati al rischio di cardiopatia ischemica e malattie cerebrovascolari negli anziani diabetici. Il semplice controllo del colesterolo HDL tuttavia potrebbe non prevenire a sufficienza tanto la cardiopatia ischemica quanto le malattie cerebrovascolari, ma i dati raccolti dimostrano l’importanza di questa variabile nelle malattie cerebrovascolari negli anziani diabetici e nella cardiopatia ischemica in quelli di mezza et?. Se negli anziani diabetici fosse possibile controllare adeguatamente il colesterolo HDL, si potrebbe riuscire a ridurre malattie cerebrovascolari e cardiopatia ischemica sino ai livelli osservati nei soggetti di mezza et?. Probabilmente comunque l’approfondimento degli studi in questa direzione porter? alla raccolta di dati molto importanti in questo campo. (Diabetes Care 2009; 32: 1221-3)

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Demenza e calo BMI nell’anziano

25 Lug 2009 Geriatria

Un minor BMI di base o un suo pi? rapido declino in et? avanzata potrebbe suggerire la presenza di una qualche forma di demenza. E’ stato dimostrato che la demenza ? frutto di un processo presente nel cervello decenni prima della comparsa di qualsiasi sintomo. Quanto rilevato non dovrebbe giustificare l’anziano a divenire in sovrappeso o obeso: non si tratta di stati salutari per la mente o il corpo, ma perdere peso potrebbe essere un segno di un’encefalopatia emergente. Di fatto, andare incontro ad un lento declino del peso se precedentemente in sovrappeso o obesi potrebbe ridurre il rischio pi? del mantenere un eccesso di peso per un anziano. (Neurology 2009; 72: 1741-6)

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Esercitare la memoria allontana la demenza

27 Gen 2009 Geriatria

Negli anziani con indebolimento soggettivo della memoria ma non dementi, un programma di sei mesi di attivit? fisica determina un modesto ma duraturo miglioramento della funzionalit? cognitiva. Il beneficio permane anche per 12 mesi dopo il termine dell’attivit? fisica. Questo risultato ? tanto pi? interessante in quanto ottenuto con un aumento soltanto lieve dell’attivit? fisica, valutato in termini di 142 minuti extra alla settimana, o 20 al giorno. L’esercizio ed altri fattori relativi allo stile di vita possono influenzare il rischio vascolare e la salute cerebrale in et? avanzata. Oltre agli approcci medici tradizionali alla prevenzione di questi problemi, anche fattori sociali possono contribuirvi in modo significativo: fra questi figurano educazione universale, assistenza medica, ambienti idonei, nutrizione adeguata, esercizio abituale ed opportunit? di interazioni sociali per tutta la durata della vita. (JAMA. 2008; 300: 1027-37 e 1077-9

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Come evitare la sarcopenia nell’anziano

2 Gen 2009 Geriatria

La combinazione di esercizio e dieta sana riduce la perdita di massa muscolare negli anziani fragili ed obesi. La perdita di peso, sia volontaria che involontaria, ? accompagnata da perdita di massa muscolare, soprattutto negli anziani, e pertanto si teme che una terapia dimagrante acceleri la sarcopenia causando un’ulteriore perdita di massa muscolare che si sovrappone a quella dovuta all’invecchiamento. E’ stato sperimentato l’uso dell’esercizio di resistenza quale approccio per contrastare la sarcopenia nell’anziano stimolando la sintesi proteica muscolare e causando ipertrofia del muscolo. In base a quanto rilevato, un esercizio regolare che preveda fasi di allenamento di resistenza progressivo dovrebbe essere applicato per attenuare la perdita di massa muscolare negli anziani fragili ed obesi che intraprendono una terapia dimagrante. (Med Sci Sports Exerc. 2008; 1214-20)

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Progeria rallentata da statine e bisfosfonati?

28 Ago 2008 Geriatria

Il trattamento combinato con statine e bisfosfonati si ? rivelato in grado di invertire i segni di invecchiamento prematuro e prolungare la sopravvivenza in un modello murino di progeria. Questa malattia viene causata dall’accumulo di un’isoforma prenilata di una proteina della membrana nucleare. E’ stato descritto un fenotipo progeroide in cui, in assenza di questa proteina, il nucleo risulta deformato, ma questo fenotipo pu? essere invertito tramite approcci genetici in grado di ridurre i livelli di questa proteina tossica, ed i farmaci testati agiscono a due diversi livelli di inibizione della sintesi degli enzimi necessari a creare l’isoforma patologica. E’ in procinto di iniziate uno studio clinico sull’uso combinato di questi farmaci nella progeria umana. (Nat Med online 2008, pubblicato il 2/7)

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Ridurre i deliri postoperatori?

25 Mag 2008 Geriatria

In un sottogruppo di pazienti geriatrici sottoposti a chirurgia addominale ad alto rischio di delirio intraospedaliero, gli esiti negativi sono correlati a caratteristiche cliniche chiave, come iperglicemia e scarso status nutrizionale e funzionale. Le strategie di riduzione del delirio postoperatorio potrebbero essere diverse per pazienti a vari livelli di rischio. Probabilmente, i team chirurgici dei reparti universitari tendono ad essere pi? eruditi, e pertanto pi? aggressivi, nel trattamento dell’ipovolemia postoperatoria piuttosto che dell’iperglicemia o dei deficit nutrizionali. Esistono opportunit? di aggiornamento professionale, miglioramento dell’assistenza e riduzione degli esiti negativi nell’approccio a questi pazienti. (Arch Surg. 2007; 142: 1072-8)

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Diminuzione selenio plasmatico porta declino cognitivo nell’anziano

7 Apr 2007 Geriatria

I livelli di selenio tendono a diminuire con l’et?, e potrebbero contribuire al declino nelle funzioni neuropsicologiche nell’anziano. Dato che lo stress ossidativo cerebrale ? una causa di danno cognitivo, il selenio, che ? un antiossidante, potrebbe proteggere dal declino cognitivo. In questo contesto, ? necessario ora valutare gli effetti preventivi dell’integrazione del selenio a livelli nutrizionali con studi su vasta scala. Questo approccio dinamico potrebbe gettare nuova luce sui potenziali benefici delle integrazioni di alcuni elementi per quanto riguarda il rallentamento del declino cognitivo. (Epidemiology 2007; 18: 52-8)

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Valutazione BMD negli adolescenti previene osteoporosi

12 Dic 2006 Geriatria
I pediatri e i medici che assistono adolescenti riconoscono sempre pi? l’importanza della comprensione della salute ossea dei propri pazienti: il picco di massa ossea, ossia la “banca ossea” da cui il paziente attinger? per la propria intera vita adulta, si raggiunge nella tarda adolescenza, mentre la finestra critica per l’accumulo d’osso si ha molto prima.
Sono pochi gli agenti scheletrici disponibili per il potenziale uso nell’adolescenza: gli effetti sconosciuti di alcuni di questi farmaci su uno scheletro in crescita e la scarsa efficacia di altri ha scoraggiato il loro uso presso i pediatri.
Dato che ? noto che i bisfosfonati permangono nello scheletro per diversi anni, e forse indefinitamente, e che essi possono attraversare la placenta, i medici dovrebbero procedere con cautela fino alla disponibilit? di ulteriori dati sulla loro sicurezza ed efficacia in questo ambito.
L’adolescenza ? il periodo pi? critico della vita per la salute ossea perch? pi? della met? del picco di massa ossea viene accumulato in questo periodo: recenti studi e altri ancora in corso hanno sottolineato l’aumento del numero di ambiti clinici in cui gli adolescenti potrebbero potenzialmente perdere BMD, e stanno iniziando a riempire il vuoto di conoscenze sul ruolo di attivit? fisica e apporto di vitamina D negli adolescenti sani, come anche sull’uso appropriato dei farmaci scheletrici nei giovani con malattie croniche.
Sfortunatamente, non sono ancora stati identificati i candidati sia per uno screening di base della BMD che per un monitoraggio continuativo.
(Arch Pediatr Adolesc Med. 2006; 160: 1026-32)

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L?anemia e le estreme concentrazioni di emoglobina negli anziani sono associate

1 Nov 2006 Geriatria

L?anemia rappresenta un fattore prognostico negativo nella popolazione anziana, tuttavia il suo impatto sulla sopravvivenza non ? chiaro.

I dati sono stati ottenuti dal Cardiovascular Health Study, uno studio prospettico di coorte con un follow-up di 11.2 anni, che ha coinvolto 5.888 uomini e donne di et? pari o superiore ai 65 anni.
Un totale di 1.205 partecipanti allo stuidio presentava valori di emoglobina nel pi? basso quintile ( < 13.7g/dl per gli uomini; < 12.6g/dl per le donne ), e l?8.5% ( n = 498 ) erano anemici ( < 13g/dl per gli uomini; < 12g/dl per le donne ). E? stata osservata un?associazione indipendente tra le pi? basse e le pi? alte concentrazioni di emoglobina, l?anemia ( secondo i criteri WHO ) e l?aumento della mortalit?. Zakai NA et al, Arch Intern Med 2005; 165: 2214-2220

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Pfizer ha trasformato il Viagra in un farmaco a scopo ricreazionale

21 Set 2006 Geriatria

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Il Viagra ( Sildenafil ) ? stato approvato negli USA nel 1998.
Inizialmente, il farmaco era indicato nella disfunzione erettile dei pazienti affetti da diabete, da danno alla colonna vertebrale o da chirurgia della prostata, ma il marketing di Pfizer, la societ? produttrice del farmaco, ha trasformato il Viagra in un farmaco per persone sane.

Infatti, subito dopo l?approvazione, Pfizer ha cercato di estendere l?uso del farmaco ad una pi? ampia popolazione di uomini.

Sul suo sito web, Pfizer ha dichiarato che pi? della met? degli uomini che hanno superato i 40 anni presentano difficolt? a mantenere l?erezione.

L?analisi dei dati dell?US National Health and Social Life Survey ha indicato che tra gli uomini di 50-59 anni, il 18% presenta problemi nel raggiungere o mantenere l?erezione.
Un?indagine compiuta in Olanda ha trovato che solo l?1% degli uomini tra i 50 e i 65 anni hanno una completa incapacit? nel raggiungere l?erezione.

Il Massachusetts Male Aging Study ( MMAS ) ha riscontrato una forte associazione tra disfunzione erettile e fattori psicologici, tra cui la depressione.

Pfizer ha dichiarato nel suo sito web che il Viagra ( 100mg ) funzione in pi? dell?80% degli uomini con disfunzione erettile contro il 24% che assume placebo.
Pfizer ha elencato i benefici del Viagra, tra cui il raggiungimento di una maggiore erezione, il mantenimento dell?erezione durante l?atto sessuale ed ha esplicitamente parlato di miglioramento dell?erezione.

La maggior parte degli studi riconoscono al Viagra una percentuale di successo nei rapporti sessuali del 50-60% contro il 25% per coloro che hanno assunto il placebo.

L?obiettivo di Pfizer di far usare il Viagra il pi? ampiamente possibile ? evidente dalla rubrica About ED ,dove ED sta per disfunzione erettile.

Alla domanda ? Non ho disfunzione erettile, perch? non capita spesso. Quindi, significa che il Viagra non ? indicato per me ? ?
La risposta ? un invito esplicito all?uso del Viagra.
Si legge: anche se i problemi di erezione si presentano solo occasionalmente, il Viagra pu? offrire un aiuto.
In uno studio, il Viagra ha aiutato l?87% degli uomini con lieve-moderata disfunzione erettile ad avere migliori erezioni contro il 36% degli uomini che assumono placebo.

Inizialmente, Pfizer aveva scelto come testimonial per le campagne televisive del Viagra Bob Dole, nato nel 1923, successivamente la scelta ? caduta su Rafael Palmeiro, un ex-giocatore di baseball dei Texas Ranger di 39 anni.

Tra il 1999 ed il 2001, Pfizer ha speso pi? di 303 miliardi di dollari nella pubblicit? diretta al consumatore del Viagra.
Inoltre, Pfizer ha pagato un numero di medici affinch? svolgessero il ruolo di consulenti. ( Xagena_2006 )

Lexchin J, PLos Med 2006; 3: e132

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