Autoimmuni aumentano rischio di non-Hodgkin

Il rischio di sviluppare linfomi non-Hodgkin (NHL) risulta aumentato in alcune malattie autoimmuni, ma non in tutte. Alcune di queste malattie per?, fra cui sindrome di Sjogren e LES, sono davvero associate ai linfomi, e non soltanto a carico degli organi interessati dalla malattia autoimmune, ma anche quelli di istologia e posizione pi? atipiche. I dati rilevati suggeriscono nuove vie di associazione fra alcuni sottotipi di NHL e specifiche malattie autoimmuni: tali vie possono essere basate su meccanismi comuni di linfomagenesi, che potrebbero essere rilevanti per lo sviluppo di questi sottotipi di NHL in un gruppo di malattie autoimmuni cos? come anche al di l? dell’ambito delle malattie autoimmuni conclamate. (Blood 2008; 111: 4029-38)

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Importante valutare diametro lesioni cutanee

In caso di lesioni cutanee sospette, tenere conto del diametro della lesione con un valore soglia di sei millimetri rappresenta un’utile linea guida per il rilevamento dei melanomi cutanei. I criteri ABCD sono linee guida stabilite per ricordare che asimmetria, irregolarit? dei bordi, variegazione di colore e diametro superiore a sei millimetri sono caratteristiche distintive dei melanomi, ma recentemente ? stato suggerito anche l’inserimento di un criterio E, ossia l’evolutivit?. I melanomi in rapida crescita, e soprattutto quelli nodulari, spesso mancano delle caratteristiche ABCD. Facilitare un comportamento professionale ottimale da parte del medico ? importante quanto facilitare un comportamento individuale ottimale nella popolazione: senza continui sforzi ed investimenti, i passi vanti che sono stati effettuati nel controllo dei tumori cutanei potrebbero venire erosi nel tempo. (Arch Dermatol. 2008; 144: 469-74 e 538-40)

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Colonscopia migliore se lubrificata

L’uso di acqua calda o di olio di semi di mais per la lubrificazione durante la colonscopia facilita un’intubazione efficace in meno tempo e con meno dolore rispetto ai metodi standard. Sorprendentemente, di rado i metodi di lubrificazione sono stati considerati argomento di studio nel campo della colonscopia, bench? sostanze e tecniche atte a ridurre la frizione possano essere utili, riducendo le forze applicate all’apparecchiatura e di conseguenza anche dolore e difficolt? affrontati durante l’esame. Ci? va a favore del tasso di colonscopie che vengono completate con successo, diminuendo anche il tasso di uso di farmaci endovenosi durante la procedura. (Am J Gastroenterol 2008; 103: 581-7)

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Tecniche chirurgiche contro l’atriale

L’isolamento dell’intera porzione posteriore dell’atrio sinistro migliora gli esiti a carico dei pazienti sottoposti all’intervento del labirinto di Cox, attualmente standard di riferimento per il trattamento chirurgico della fibrillazione atriale. Questa procedura, usata per la prima volta a livello clinico nel 1987, implica la creazione di incisioni su entrambi gli atri nel tentativo di interrompere i circuiti rientranti necessari al sostenimento della fibrillazione. Dalla sua introduzione questo intervento ha subito molti cambiamenti, il pi? recente dei quali prevede l’uso di due linee ablative in luogo di una, onde connettere le aree di ablazione vicino alle vene polmonari: questa modifica crea una lesione “a scatola” che isola pienamente l’atrio sinistro posteriore. E’ stato rilevato che l’uso di questa tecnica diminuisce sensibilmente la necessit? di farmaci antiaritmici dopo l’intervento senza incrementare la durata dell’operazione o morbidit? e mortalit?, ed andrebbe pertanto applicata in tutti i pazienti in cui si programma l’intervento di Cox. (J Thorac Cardiovasc Surg 2008; 135: 870-7)

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L’isteroscopia salva l’utero

Presso l’Irccs materno-infantile Burlo Garofolo di Trieste ? stata sperimentata una tecnica conservativa per l’asportazione del tumore dell’endometrio in fase precoce. In passato questo carcinoma si diagnosticava effettuando un raschiamento che non permetteva di distinguere lesioni di diversa tipologia e stadiazione. In mancanza di informazioni precise l’unica soluzione possibile era l’isterectomia mentre con un approccio conservativo si possono asportare lesioni in fase molto precoce per via isteroscopica. Lo studio clinico condotto a Trieste ? durato cinque anni e ha coinvolto 21 giovani pazienti in et? fertile che presentavano polipi atipici, lo stadio pi? precoce del cancro dell’endometrio. Tutte le pazienti sono state sottoposte a resezione dei polipi per via isteroscopica e successivamente monitorate a intervalli regolari: due volte l’anno per i primi due anni dello studio e una volta ogni 12 mesi nei rimanenti tre anni. In nessun caso, al termine dell’indagine, i medici hanno ritrovato tessuti maligni, a conferma della validit? della tecnica. “Le novit? del trattamento – precisa Federica Scrimin, responsabile del Servizio di Isteroscopia del Burlo Garofolo – sono due. La prima sta nella possibilit? di riconoscere in fase estremamente precoce i polipi che presentano atipie, individuando con precisione lesioni precancerose dell’endometrio. La seconda consiste nel tipo di trattamento: una resezione mirata e poco invasiva poich? compiuta con strumenti endoscopici che permettono di preservare l’utero. Pur essendo il campione non numeroso, la pressoch? unanime risposta positiva delle pazienti ci induce a ritenere di essere sulla buona strada. A breve – annuncia – inizieremo uno studio multicentrico pi? ampio per confermare la validit? del trattamento conservativo delle lesioni endometriali atipiche in donne fertili come quelle del campione esaminato”.

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Recettori neurotrofina regolano riparazioni epatiche

Il recettore della neurotrofina p75NTR, un membro della famiglia dei recettori per il TNF, svolge un ruolo nella guida della differenziazione delle cellule epatiche stellate (HSC) che si ha durante la riparazione dei danni a carico dei fegati fibrotici e cirrotici.
A seguito del danno epatico, le HSC si differenziano in cellule che producono matrice extracellulare o fattori di crescita, che promuovono la proliferazione epatocitaria necessaria alla rigenerazione del fegato.
I risultati del presente studio identificano le segnalazioni dai p75NTR alla Rho quale meccanismo per la differenziazione delle HSC in cellule che promuovono la rigenerazione che supportano la proliferazione epatocitaria nel fegato malato.

(Science 2007; 315: 1853-6)

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Litotrissia analgesica nella pancreatite

La litotrissia extracorporea ad onde d’urto (ESWL) senza drenaggio endoscopico del dotto pancreatico principale ? sicura ed efficace per il trattamento della pancreatite cronica calcificata dolorosa.
Vale la pena di tentare il trattamento con la sola ESWL in quanto non ? invasiva, ? esente da morbidit? e se eseguita correttamente risolve il problema circa nella met? dei pazienti.
La combinazione dell’endoscopia sistematica con l’ESWL aumenterebbe soltanto i costi assistenziali, senza migliorare gli esiti per quanto riguarda il dolore pancreatico.
La presenza di calcificazioni ostruttive nella testa del pancreas ? il solo fattore indipendentemente associato all’assenza di recidiva del dolore.

(Gut 2007; 56: 545-52)

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Epatite B: possibile riattivazione dopo chemioterapia

Nei pazienti con infezione da Hbv che ricevono un pretrattamento antivirale prima di sottoporsi a chemioterapia antitumorale, ? possibile la riattivazione del virus una volta sospeso il trattamento antivirale di cui sopra.
Si consiglia pertanto una maggiore durata del pretrattamento nei pazienti con elevati livelli sierici di Hbv-DNA prima del suo inizio, o che risultano positivi per l’antigene Hbv-e. Il danno epatico da reazione all’Hbv ? un processo in due fasi: l’aumento della replicazione virale durante la terapia citotossica ? seguito da una rapida distruzione immunomediata degli epatociti infetti dal virus. Ci? si deve al fatto che attualmente si raccomanda un breve ciclo di terapia antivirale durante la terapia citotossica o immunosoppressiva.
Tale terapia, comunque, pu? sempre essere sospesa nei pazienti Hbv-e negativi con livelli pre-chemioterapia di Hbv-DNA una volta che le conte cellulari sono tornate alla normalit?. E’ comunque opportuno uno stretto monitoraggio dell’Hbv-DNA sierico e dei livelli di alanina-aminotrasferasi ogni quattro settimane nei 12 mesi successivi, con una ripresa della terapia a dosaggi 10 volte maggiori se si torna a riscontrare Hbv-DNA.
(Gut 2005; 54: 1597-603)

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Down, inutili antiossidanti e acido folinico

Non vi sono prove a supporto dell’uso di antiossidanti o integratori di acido folinico nei bambini con sindrome di Down. L’uso di integratori di vitamine e minerali ? diffuso nei bambini con sindrome di Down in Europa e negli USA come risultato del mercato di prodotti commerciali che annunciano benefici sostanziali per questi bambini, ma il presente studio non conferma nulla di tutto ci?, ed i genitori che decidono di somministrare integratori ai propri bambini devono valutare la propria speranza di benefici non comprovati a fronte dei potenziali effetti collaterali della somministrazione ad alte dosi prolungata. Forse la somministrazione di antiossidanti prima del concepimento potrebbe ridurre il danno dello sviluppo neurobiologico causato dall’eccessivo dosaggio genico nella trisomia 21. Somministrare vitamine ad un bambino di sei mesi con trisomia 21 non migliora le mete educative raggiunte, e finch? non saranno disponibili prove di un qualche beneficio dei costosi integratori vitaminici in questi pazienti, il loro uso in questo contesto non potr? essere raccomandato. (BMJ online 2008, pubblicato il 22/2)

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Strategie per la giunzione osteotendinica

La terapia con onde shock extracorporee (ESWT) promuove l’osteogenesi ed il rimodellamento tissutale nell’articolazione osteotendinica patellare che ritarda a guarire in un modello animale. Bench? l’efficacia di questa tecnica sia stata dimostrata per la riunione mancata o ritardata nella riparazione delle fratture e per i danni cronici a carico dei tessuti molli, il presente studio ? il primo ad esaminarne l’efficacia nel trattamento del ritardo di guarigione delle articolazioni osteotendinee. Il miglioramento dell’osteogenesi e l’accelerazione del ripristino del tessuto fibrocartilagineo con l’ESWT si riflette nelle valutazioni radiografiche, densitometriche ed istologiche sia a livello cellulare che della matrice. I dati del presente studio potrebbero trovare una applicazione clinica nell’uso del terzo mediale nel tendine patellare per la ricostruzione del legamento crociato anteriore. (Am J Sports Med 2008; 36: 340-7)

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