I giovani artritici crescono prima col GH

Se il trattamento con GH ricombinante (rhGH) viene iniziato precocemente nel corso della terapia glucocorticoidea del bambini con artrite giovanile idiopatica, esso preserva la normale velocit? di crescita e l’altezza. Questo trattamento pu? comportare un aumento del rischio di alterazioni del metabolismo dei carboidrati, dato che l’rhGH pu? aggiungersi agli effetti dell’infiammazione cronica e dei glucocorticoidi ad alte dosi nell’indurre insulinoresistenza, ma la tolleranza e la sicurezza di questa strategia sono accettabili, anche se ? richiesto uno stretto monitoraggio. Questi dati vanno comunque interpretati con cautela date le dimensioni limitate del campione e la brevit? del monitoraggio nel presente studio. (J Clin Endocrinol Metab 2007; 92: 2567-73)

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Prevenzione primaria e secondaria: il beta-carotene, la Vitamina A e la Vitamina

I supplementi a base di antiossidanti sono impiegati nella prevenzione di diverse malattie.
Ricercatori della Cochrane Hepato-Biliary Group hanno valutato l?effetto dei supplementi a base di antiossidanti sulla mortalit? nella prevenzione primaria e secondaria.

E? stata compiuta una metanalisi su 68 studi clinici randomizzati con 232.606 partecipanti.

Quando tutti gli studi a basso e ad alto rischio di bias ( errore sistematico ) con supplementi antiossidanti sono stati esaminati assieme, non ? stato riscontrato nessun effetto significativo sulla mortalit? ( RR = 1.02 ).

L?analisi multivariata ha mostrato che gli studi a basso rischio di bias ( RR = 1.16 ) ed il Selenio ( RR = 0.998 ) erano significativamente associati alla mortalit?.

Nei 47 studi a basso rischio di bias con 180.938 partecipanti, i supplementi antiossidanti hanno aumentato in modo significativo la mortalit? ( RR = 1.05 ).

Negli studi a basso rischio di bias, dopo esclusione degli studi con il Selenio, il beta-Carotene ( RR = 1.07 ), la Vitamina A ( RR = 1.16 ) e la Vitamina E ( RR = 1.04 ), singolarmente o in combinazione, hanno significativamente aumentato la mortalit?.

Nessun significativo effetto sulla mortalit? ? stato riscontrato per la Vitamina C ed il Selenio.

I dati dello studio hanno mostrato che il trattamento con beta-Carotene, Vitamina A e Vitamina E pu? aumentare la mortalit?.
I potenziali ruoli della Vitamina C e del Selenio sulla mortalit? necessitano di un maggiore approfondimento.

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Importanza dell’aumento del colesterolo HDL nella regressione dell’aterosclerosi

Studi epidemiologici hanno dimostrato non solo una relazione tra i livelli di colesterolo LDL e l’incidenza di malattia aterosclerotica cardiovascolare, ma anche una relazione tra i livelli di colesterolo HDL ed il rischio di eventi cardiovascolari.

Nonostante questi dati, finora la prevenzione della malattia aterosclerotica cardiovascolare ? stata incentrata sulla riduzione dei livelli di colesterolo LDL.

Le statine aumentano anche il colesterolo HDL del 5-15%, ma, finora, questo effetto non era mai stato tradotto in un beneficio clinico.

Uno studio compiuto da Ricercatori della Cleveland Clinic, negli Stati Uniti, ha esaminato la relazione tra cambiamenti dei livelli delle lipoproteine ed il volume dell’ateroma nei pazienti con malattia coronarica ( n = 1455 ) in trattamento con statine.

L’analisi post-hoc ? stata eseguita combinando i risultati di 4 studi clinici prospettici che hanno impiegato l’ultrasonografia intravascolare per determinare i cambiamenti nel volume dell’ateroma durante il trattamento.

Gli studi presi in considerazione sono stati: ACTIVATE, ASTEROID, CAMELOT e REVERSAL.
Questi studi hanno fornito per la prima volta evidenza che l’aumento del colesterolo HDL nei pazienti trattati con statine ? correlato ad effetti benefici sulla progressione della malattia aterosclerotica.

I Ricercatori hanno osservato che la regressione aterosclerotica a livello coronarico ? associata a riduzione del colesterolo LDL a valori inferiori a 87.5mg/dl ( 2.3mmol/l ) e ad aumento dei valori di colesterolo HDL del 7.5%.
Pertanto, nei pazienti con malattia coronarica, la scelta terapeutica non deve essere finalizzata solo all’abbassamento del colesterolo LDL ma anche all’innalzamento dei livelli di colesterolo HDL.

Studi di confronto tra le diverse statine hanno mostrato che la statina dotata di maggiore efficacia sia sul colesterolo LDL che sul colesterolo HDL ? la Rosuvastatina ( Crestor ).

Nel 2006 ? stato pubblicato su JAMA lo studio ASTEROID, che ha valutato l’ effetto della Rosuvastatina ( 40mg/die ) sull’ateroma coronarico.
I pazienti ( n = 349 ) sono stati sottoposti ad esame ultrasonografico intravascolare al basale e dopo 24 mesi di trattamento.
La Rosuvastatina ha prodotto una riduzione mediana dello 0.79% nel volume percentuale dell’ateroma per l’intero vaso ed una riduzione mediana del 9.1% nel volume dell’ateroma nella sezione di 10mm del vaso maggiormente interessato dalla placca aterosclerotica.

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Le donne con cistite interstiziale hanno una maggiore probabilit? di soffrire di

Uno studio, coordinato da Ricercatori dell?University of Toronto in Canada, hanno utilizzato l?indice FSFI ( Female Sexual Function Index ) per confrontare la disfunzione sessuale femminile nelle pazienti con cistite interstiziale, sindrome della vescica dolorosa, rispetto ai controlli.

Allo studio hanno preso parte 97 pazienti consecutive. Di queste 75 presentavano cistite interstiziale e 22 erano i controlli.
L?et? media era di 38 e 43 anni ( p= 0.001).
Il volume svuotato era di 165 ml per le donne con cistite interstiziale, e 294 ml per le donne del gruppo controllo ( p < 0.0001 ). Le donne con cistite interstiziale hanno raggiunto un punteggio al questionario Pelvic Pain and Urgency/Frequency Questionaire di 18, contro 3 dei controlli ( p < 0.0001). I punteggi FSFI totali, aggiustati, erano diversi tra le pazienti con cistite interstiziale ed i controlli ( in media, 20.2 versus 29, rispettivamente; p < 0.001 ). Dopo aver fissato a 26,55 il cutpoint, il 68% delle pazienti con cistite interstiziale presentava un punteggio FSFI anormale.
Le pazienti con cistite interstiziale avevano punteggi peggiori in tutti i domini della disfunzione sessuale femminile, rispetto ai controlli.

Lo studio ha mostrato che le donne con cistite interstiziale hanno una maggiore probabilit? di avere disfunzione sessuale, ed avvertire dolore.

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Ipertensione: l?efficacia di Aliskiren pu? essere limitata dalla secrezione reat

L?inibitore della renina, Aliskiren ( Rasilez, Tekturna ) ? il capostipite di una nuova classe di farmaci antipertensivi per os, che va ad aggiungersi alle 7 gi? in commercio, e che comprendono: diuretici, antagonisti del recettore dell?aldosterone, calcioantagonisti, alfa-bloccanti, beta-bloccanti, Ace inibitori, bloccanti il recettore dell?angiotensiona.

Farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina

Con gli inibitori della renina sono 4 le classi di farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina.

I beta-bloccanti abbassano la secrezione dell?enzima renina da parte del rene, causando una caduta dei livelli dell?attivit? plasmatica della renina ( PRA ), mediante un?azione sui recettori beta-adrenergici.

Gli inibitori della renina riducono i livelli di PRA, legandosi alla molecola renina e bloccandone la sua attivit? catalitica.

Gli Ace inibitori aumentano i livelli di PRA, ma riducono l?attivit? del sistema renina, prevenendo la conversione dell?angiotensina I ( inattiva ) ad angiotensina II ( attiva ).

Gli antagonisti dei recettori dell?anguiotensina, detti anche sartani, aumentano sia il PRA che i livelli plasmatici di angiotensina II, tuttavia bloccano l?effetto vasodilatatore sulle arteriole, legandosi ai recettori dell?angiotensina II sulle pareti vascolari, e riducendo la pressione sanguigna.

Aumento reattivo della renina

Solo i beta-bloccanti abbassano la secrezione di renina a livello renale, riducendo la concentrazione plasmatica di renina.
Al contrario, gli inibitori della renina, gli Ace inibitori ed i sartani inducono aumenti reattivi della renina e della concentrazione plasmatici della renina.

L?efficacia degli inibitori della renina, Ace inibitori, sartani, pu? pertanto risultare limitata dagli aumenti reattivi della concentrazione plasmatica della renina.

Aliskiren e l?aumento reattivo della renina

Aliskiren aumenta la concentrazione plasmatica della renina in misura maggiore rispetto ad altri farmaci del sistema renina-angiotensina; questo pu? limitare la sua efficacia, soprattutto ai pi? alti dosaggi.

Aliskiren, studi clinici

Dall?analisi degli studi clinici che hanno valutato Aliskiren ? emerso che gli effetti netti di Aliskiren sulla pressione sanguigna sono modesti.

Studi clinici che hanno impiegato Aliskiren in monoterapia hanno mostrato che i dosaggi di 150, 300, e 600 mg di Aliskiren abbassano la pressione sanguigna, ma che il dosaggio di 600 mg non ? migliore del dosaggio di 300 mg, e che la dose risposta di Aliskiren ? abbastanza variabile.
Aliskiren non ? un farmaco antipertensivo pi? efficace di un sartano o di un diuretico.

Quando combinato con un Ace inibitore, un sartano, o un diuretico, Aliskiren generalmente abbassa la pressione sanguigna in misura maggiore rispetto alla monoterapia.

Seppure un confronto diretto non sia stato fatto, Aliskiren appare essere pi? efficace quando ? associato ad un diuretico che con un Ace inibitore o un sartano.
Ma anche con la terapia di combinazione, la pressione sanguigna raramente cala al di sotto di 140/90 in pi? di un terzo dei pazienti, e meno del 50% dei pazienti pu? definirsi responder.

Effetti di Aliskiren sulla renina plasmatica

I dati sulla renina plasmatica forniscono elementi per comprendere

– perch? Aliskiren in monoterapia non ? pi? efficace di un Ace inibitore o di un antagonista del recettore dell?angiotensina;

– perch? Aliskiren 600 mg non ? pi? efficace di Aliskiren 300 mg nel controllare la pressione sanguigna;

– perch? solo il 50% dei pazienti ipertesi, nella migliore delle ipotesi, rispondono al trattamento con Aliskiren in associazione ad altri antipertensivi.

Aliskiren induce aumenti nella secrezione della renina maggiori rispetto a quelli prodotti dai sartani o dai diuretici.

La combinazione di Aliskiren con un diuretico o con un sartano in corso di deplezione di sodio con la dieta produce un aumento reattivo di renina ancora pi? grande.

La concentrazione plasmatica di renina aumenta del 1211%, quando Aliskiren ? associato al diuretico Idroclorotiazide, un valore questo pi? grande della somma degli incrementi di Aliskiren e di Idroclorotiziade, quando somministrati da soli.

La contemporanea somministrazione di Aliskiren con il calcioantagonista Valsartan ( Diovan / Tareg ), produce un aumento della concentrazione plasmatica di renina del 1077%.

Questi dati dimostrano che Aliskiren aumenta la secrezione di renina, in modo considerevole, pi? di ogni altro farmaco bloccante il sistema renina-angiotensina.

L?aumento maggiore della renina si presenta dopo 4 ore dalla somministrazione di Aliskiren.

Non c?? differenza tra Aliskiren 600 mg e 300 mg riguardo all?attivit? plasmatica della renina e all?abbassamento della pressione sanguigna. Questo ? da addebitarsi ad un aumento troppo elevato della concentrazione plasmatica di renina, indotto dal dosaggio pi? alto di Aliskiren.

Sicurezza di Aliskiren

Negli studi clinici, gli aumenti della secrezione di renina, prodotti da Aliskiren non sembrano essere associati a gravi eventi avversi.
Tuttavia non ? noto che cosa accada realmente nei singoli pazienti.

In alcuni pazienti, la pressione sanguigna pu? aumentare in modo brusco.

In uno studio sono stati osservati 5 effetti terapeutici insoddisfacenti nel gruppo placebo, 10 con Aliskiren 75 mg, 4 con Aliskiren 150 mg, 4 con Aliskiren 300 mg, e 2 con Valsartan 80 mg.
Lo studio non fornisce indicazione riguardo a possibili bruschi aumenti pressori tra i pazienti.

I pazienti, che hanno una maggiore probabilit? di andare incontro ad un aumento della secrezione di renina, e che pertanto non dovrebbero assumere Alisliren sono i pazienti con ipertensione renovascolare, quelli con ipertensione avanzata o maligna.

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Dubbi sull?efficacia e sulla sicurezza di Aliskiren, il primo inibitore della re

Una revisione di studi clinici, che ha coinvolto pi? di 5000 pazienti, e che ha valutato Aliskiren ( Rasilez / Tekturna ) nel trattamento dell?ipertensione, ha evidenziato che Aliskiren non ? pi? efficace di altri farmaci antipertensivi, come gli Ace inibitori, i bloccanti il recettore dell?angiotensina ( detti anche sartani ), o i diuretici.

Sebbene Aliskiren abbassi la pressione sanguina in misura maggiore quando ? associato ad un Ace inibitore, un sartano o a un diuretico, la pressione sanguigna non ? risultata mai controllata in pi? del 50% dei pazienti.

La limitata efficacia di Aliskiren sia in monoterapia che in combinazione, pu? essere ascritta all?inattesa, forte stimolazione della secrezione della renina da parte dei reni.

La concentrazione plasmatica della renina aumenta di 2 o pi? volte quando Aliskiren ? associato ad un Ace inibitore o ad un antagonista del recettore dell?angiotensina.

Con l?impiego di Aliskiren ? stato osservato un aumento reattivo della renina, che ? risultato pi? marcato quando sono stati somministrati i pi? alti dosaggi del farmaco, o quando ad Aliskiren ? stato aggiunto un altro farmaco del sistema anti-renina o un diuretico.
L?aumento della renina, prodotto dall?associazione Aliskiren ed Idroclorotiazide, ? risultato maggiore della somma delle singole risposte.

La secrezione reattiva di renina da parte di Aliskiren potrebbe rappresentare un problema per i pazienti con sistemi renina-iperattivi, come i pazienti affetti da ipertensione renovascolare, ipertensione avanzata o ipertensione maligna.
In questi pazienti, la somministrazione di Aliskiren potrebbe comportare un aumento della pressione arteriosa.

I pazienti con ipertensione lieve-moderata e con sistemi renina-iperattivi, dovrebbero essere sottoposti ad attento esame in modo da escludere un aumento pressorio al momento dell?assunzione di Aliskiren.

Il ruolo di Aliskiren nella terapia antipertensiva non ? ben definito. Poich? Aliskiren pu? causare aumenti della pressione sanguigna in alcuni pazienti, il farmaco dovrebbe essere impiegato solo nei pazienti con ipertensione mediata dalla renina, che presentano eventi avversi con gli Ace inibitori, i sartani o i beta-bloccanti, o che non rispondono alla terapia con questi farmaci.

L?associazione di Aliskiren con i beta-bloccanti sembra essere razionale; l?inibitore della renina stimola il rene a secernere renina, mentre il beta-bloccante riduce l?aumento reattivo di renina.

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L?FDA ha approvato Tekturna nel trattamento dell?ipertensione

L?FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato Tekturna ( Aliskiren ) per il trattamento dell?ipertensione.

L?ipertensione interessa circa il 25% della popolazione statunitense e rappresenta un fattore di rischio per l?ictus, l?infarto miocardico, l?insufficienza renale e l?insufficienza cardiaca.

Tekturna ? il primo inibitore della renina ad essere stato approvato dell?FDA.

L?efficacia di Tekturna nell?abbassare la pressione sanguigna ? stata valutata in 6 studi clinici della durata di 8 settimane che hanno coinvolto pi? di 2000 pazienti con ipertensione moderata.
L?effetto sulla pressione ? stato mantenuto per 1 anno.

I pazienti afro-americani trattati con Tekturna hanno presentato minori riduzioni della pressione sanguigna rispetto ai caucasici e agli asiatici. Questo effetto ? comune a tutti i farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina.

Quando Tekturna ? stato impiegato in associazione al diuretico Idroclorotiazide si ? osservata un?ulteriore riduzione della pressione sanguigna.

La sicurezza di Tekturna ? stata valutata su 6.460 pazienti, tra cui 1.740 trattati per pi? di 6 mesi e 1.250 per pi? di 1 anno.
Gli effetti indesiderati sono stati generalmente lievi e di breve durata.
La pi? comune reazione avversa osservata con il trattamento con Tekturna ? stata la diarrea.
L?incidenza di diarrea ? stata del 2% tra i pazienti che hanno assunto il pi? alto dei due dosaggi approvati, contro l?1% circa del placebo.

Rari sono stati i casi di reazioni allergiche nei confronti di Aliskirenm come gonfiore della faccia, delle labbra e della lingua, e difficolt? respiratorie.

Aliskiren, come altri farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina, non dovrebbe essere impiegato durante la gravidanza, perch? pu? causare danni al feto ed anche la sua morte.

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L?aglio non sembra abbassare il colesterolo LDL

Uno studio, coordinato da Ricercatori dello Stanford Prevention Research Center, negli Stati Uniti, ha mostrato che l?aglio non abbassa il colesterolo LDL, contrariamente a quanto ritenuto.

I Ricercatori hanno valutato l?aglio grezzo e due supplementi a base di aglio negli adulti con livelli moderatamente elevati di colesterolo LDL.

Non ? stato osservato nessuna riduzione del colesterolo LDL.

Precedenti studi sull?efficacia dell?aglio avevano dato risultati contradditori.

L?aglio contiene il composto chimico alliina, che, dopo triturazione, si trasforma in allicina, una sostanza dotata di propriet? antibiotiche ed antifungine, in grado di dissolvere il colesterolo in studi clinici in vitro.
L?allicina ? instabile e si degrada con la cottura.

Hanno preso parte allo studio 192 adulti con livelli di colesterolo LDL moderatamente aumentati ( da 130 a 190 mg/dl ).

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a 1 di 4 gruppi: un gruppo ha assunto aglio grezzo, un altro un supplemento contenente aglio in polvere, un terzo un supplemento di estratto di aglio invecchiato ed un quarto gruppo placebo.

Lo studio non ha mostrato nessun effetto statisticamente significativo delle 3 forme di aglio sul colesterolo LDL negli adulti con moderata ipercolesterolemia.

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Policistosi ovarica: la Sibutramina riduce il peso corporeo

Ricercatori del Sunderby Hospital in Svezia hanno valutato l?efficacia della Sibutramina ( Meridia / Reductil ) in associazione a cambiamenti di breve durata dello stile di vita, per la riduzione del peso corporeo delle donne obese con sindrome dell?ovaio policistico.

Hanno preso parte alla studio 34 pazienti con policistosi ovarica confermata.

I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Sibutramina 15 mg/die, una volta al giorno, oppure placebo.

L?endpoint primario era rappresentato dalla perdita di peso. Gli endpoint secondari comprendevano l?efficacia della Sibutramina nel trattamento del pattern mestruale e dei fattori di rischio cardiovascolare.

Dopo sei mesi di trattamento con Sibutramina, le pazienti avevano perso in media 7.8 kg, rispetto alla perdita di 2.8 kg del gruppo placebo.

La Sibutramina ha prodotto una significativa riduzione della apolipoproteina B ( apo B ), del rapporto apolipoproteina B / apolipoproteina A ( apo B/apo A ), dei trigliceridi e dei livelli di cistatina C.

Dallo studio ? emerso che la Sibutramina in combinazione con interventi sullo stile di vita, produce una significativa riduzione di peso nelle pazienti obese con policistosi ovarica.
Oltre alla perdita di peso, la Sibutramina appare produrre effetti benefici sui fattori di rischio cardiometabolici e cardiovascolari.

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Efficacia del Danazolo per via vaginale nelle donne con ricorrente endometriosi

Ricercatori dell?Universit? di Siena hanno valutato nel lungo periodo il trattamento a base di Danazolo ( Danatrol ) dell?endometriosi profonda infiltrante.

L?endometriosi profonda infiltrante ? una condizione critica, caratterizzata da sindromi dolorose, e da un?alta percentuale di recidiva dopo trattamento chirurgico.

Lo studio prospettico non-randomizzato ha coinvolto 21 donne che sono state trattate con un basso dosaggio di Danazolo ( 200 mg/die ) ad uso vaginale per 12 mesi.

Le pazienti, dopo essere state sottoposte ad intervento chirurgico laparoscopico, avevano lamentato dispareunia, dismenorrea e dolore pelvico ( 5 casi anche defecazione dolorosa ).

Prima e ad intervalli di 3 mesi durante il trattamento ? stata utilizzata la scala VAS ( Visual Analogue Scale ) per il dolore.
Inoltre ? stata eseguita ultrasonografia transvaginale e transrettale, prima e dopo 6 e 12 mesi di trattamento.

E? stata osservata una riduzione significativa dell?incidenza di dismenorrea, dispareunia, e dolore pelvico entro 3 mesi, con scomparsa dei sintomi dopo 6 mesi di trattamento.

E? stato anche riscontrato un sollievo nella defecazione dolorosa.

L?ultrasonografia ha mostrato una riduzione della nodularit? del setto rettovaginale entro 6 mesi.

Il trattamento medico non ha influenzato i parametri metabolici o trombofilici. Sono stati riportati pochi effetti indesiderati a livello vaginale.

I dati dello studio hanno indicato che il Danazolo per uso vaginale ? in grado di ridurre la sintomatologia dolorosa nelle donne con endometriosi profonda infiltrante, ricorrente. Per la mancanza di significativi eventi avversi, gli Autori propongono il trattamento con Danazolo in alternativa al trattamento chirurgico ripetuto.

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