Steroidi inalatori connessi ad effetti collaterali orofaringei

I corticosteroidi inalatori utilizzati nel trattamento dell’asma possono causare diversi effetti collaterali a livello faringeo: questi ultimi possono influenzare l’aderenza alle terapie che prevedono l’uso di questi medicinali, ma hanno ricevuto molta meno attenzione di quelli sistemici. In particolare, i fenomeni pi? frequentemente osservati sono stati candidosi orale, disfonie e faringiti. Questi fenomeni potrebbero forse essere ridotti dall’abitudine ad effettuare sciacqui orali dopo aver assunto il medicinale, oppure dall’uso di uno spaziatore che riduca l’area di contatto fra corticosteroidie e mucosa orofaringea. (Ann Allergy Asthma Immunol 2007; 98: 225-38)

 600 total views

Presenza di peluria nelle lesioni cutanee non le rende benigne

La presenza di uno o pi? peli in una lesione pigmentata non garantisce la sua benignit?: ? infatti necessario esaminare la sua morfologia e basare le strategie su di essa. Nel presente studio sono stati riportati tre casi in cui una lesione melanocitaria presentava peluria terminale alla valutazione clinica e dermoscopica, ma in cui poi la diagnosi finale ? stata di melanoma invasivo. Il melanoma in questi casi potrebbe sorgere su un’area cutanea con peluria, oppure crescere in associazione ad un nevo con peli senza causare la distruzione del follicolo. E’ molto comune riscontrare peluria nelle lesioni melanocitarie congenite, e quindi se ? presente della peluria all’interno di una lesione pigmentata si tratta probabilmente di un nevo congenito, ma tuttavia la presenza di peluria non esclude di per s? la presenza di un melanoma. (J Am Acad Dermatol 2007; 56: 413-6)

 453 total views,  1 views today

Epatite E: vaccino efficace nelle popolazioni ad alto rischio

L’uso di un vaccino ricombinante contro l’epatite E risulta efficace nel 95,5 percento dei casi nella prevenzione dell’infezione da epatite E. L’infezione da Hev ? un’importante causa di morbidit? nelle zone in via di sviluppo, e comporta un tasso complessivo di mortalit? dell’uno-tre percento. In uno studio precedente era gi? stato dimostrato che il vaccino ricombinante di genotipo 1 ? efficace nei primati non umani, il che ha spinto a realizzare la presente indagine. Rimangono tuttavia alcuni quesiti a cui rispondere prima della diffusione del vaccino, come ad esempio la sua efficacia nel sesso femminile, la durata dell’immunit? indotta e l’efficacia del vaccino nella prevenzione dell’infezione asintomatica da Hev. Sar? inoltre importante accertare l’effetto del vaccino sulle riserve e sulla trasmissione dell’Hev, onde determinarne i benefici complessivi per la salute pubblica. (N Engl J Med 2007; 356: 895-903 e 949-51)

 428 total views,  1 views today

Malaria e TBC: variante proteica conferisce protezione

Una variante funzionale del Mal (TIRAP), una proteina che media la risposta ai patogeni, ? associata alla protezione dalle malattie invasive da pneumococco, dalla batteriemia, dalla malaria e dalla TBC. Nell’uomo esistono due tipi di Mal, di cui uno garantisce il giusto livello di protezione, mentre l’altro determina una stimolazione troppo forte: in presenza della variante iperattiva, il rischio di soccombere all’infezione aumenta perch? il sistema immunitario va in sovraccarico. La modulazione di questa cascata nell’uomo potrebbe portare ad una migliore resistenza contro molte importanti malattie infettive. Il presente studio dimostra come una molecola chiave del sistema immunitario possa essere sacrificata per fornire una migliore possibilit? di resistere alle malattie infettive. (Nat Genet online 2007, pubblicato il 28/2)

 433 total views,  1 views today

Linfomi non-Hodgkin: epatite C alimenta il rischio

I pazienti con epatite C presentano un aumento del 20-30 percento del rischio di sviluppare linfomi non-Hodgkin ed un aumento di tre volte di sviluppare macroglobulinemia di Waldenstrom, un linfoma di basso grado. E’ stato dimostrato infatti che l’infezione precede lo sviluppo di questi esiti e che il rischio nei soggetti infetti da Hcv ? costantemente incrementato. Risulta aumentato anche il rischio di crioglobulinemia. Non ? ancora noto se lo screening dei pazienti infetti possa aiutare ad identificare patologie linfoproliferative in fase precoce su cui intervenire tempestivamente: sono necessari ulteriori studi epidemiologici e fisiopatologici per chiarire questo punto. (JAMA. 2007; 297: 2010-7)

 487 total views

Esenzione IVA per attivit? di fisiokinesiterapia

Le attivit? di fisioterapia, fisiokinesiterapia e massoterapia integrano (gi? prima dell’entrata in vigore del D.M. 21 gennaio 1994) gli estremi delle prestazioni paramediche rese alla persona nell’esercizio delle arti sanitarie soggette a vigilanza ai sensi del R.D. 27 luglio 1934, n. 1265, art. 99, il cui comma 2 prevede l’arte ausiliaria del massaggiatore, a sua volta disciplinata, come specializzata rispetto a quella dell’infermiere generico, dal R.D. n. 1334 del 1928, art. 1, e sono, pertanto, esenti da IVA, ai sensi del D.P.R. n. 633 del 1972, art. 10, n. 18, senza che, in contrario, spieghi influenza la circostanza che le prestazioni medesime siano fornite in assenza di prescrizione mediche ovvero in mancanza, presso il contribuente, delle apparecchiature necessarie per le relative indagini. (Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net).

 910 total views

Tumore mammario: RM lo rileva nelle pazienti ad alto rischio

Alcuni tumori mammari non rilevati tramite mammografia o ecografia possono essere individuati con la RM: i dati del presente studio dimostrano infatti che l’aggiunta della RM ai regimi di screening per le donne ad alto rischio permette il rilevamento di tumori mammari altrimenti insospettati, anche dopo esame clinico, mammografia ed ecografia negativi. D’altro canto, ? importante notare che questi risultati non possono essere applicati alle donne a medio rischio. In altre parole, la RM mammaria pu? essere presa in considerazione come strumento di screening solamente nelle donne ad alto rischio. (Radiology 2007; 242: 698-713)

 437 total views

Sindrome metabolica: utile la soia dopo la menopausa

Il consumo a breve termine di soia migliora il controllo glicemico ed il profilo lipidico nelle donne in et? postmenopausale con sindrome metabolica. I dati sugli effetti del consumo di soia nella sindrome metabolica umana erano finora scarsi: la soia potrebbe ridurre il rischio di sindrome metabolica tramite i suoi componenti benefici, ma le quantit? e la tipologia di queste componenti potrebbero variare fra i diversi tipi di prodotti a base di soia. In base al presente studio, la soia come rimpiazzo per la carne rossa nell’ambito di una dieta DASH ha effetti benefici su vari aspetti della sindrome metabolica, ed i semi di soia sono pi? efficaci delle proteine della soia. (Am J Clin Nutr. 2007; 85: 735-41)

 466 total views,  1 views today

Rinosinusite: abusati antibiotici e corticosteroidi

Recenti dati statistici suggeriscono che la rinosinusite, sia acuta che cronica, viene spesso sovratrattata con medicinali mal scelti. Gli antibiotici, ad esempio, vengono prescritti molto pi? spesso di quanto avrebbero indicato le circostanze in cui vi ? un’eziologia batterica. Anche i corticosteroidi vengono prescritti molto pi? spesso di quanto la letteratura suggerirebbe. Gli unici medicinali che vengono prescritti con la frequenza suggerita dalle attuali linee guida sono gli antistaminici. Finch? non si avranno riscontri oggettivi a supporto di una linea comportamentale precisa, comunque, le prescrizioni continueranno ad essere governate dall’esperienza clinica dei singoli medici. (Arch Otolaryngol Head Neck Surg 2007; 133: 260-5)

 446 total views,  1 views today

Nefropatie croniche: prevalenza ancora in aumento

Nel periodo 1999-2004 il 16,8 percento degli adulti erano affetti da nefropatie croniche negli USA, contro il 14,5 percento del periodo 1988-1994. La prevalenza di queste malattie risulta superiore nei soggetti con diabete, malattie cardiovascolari ed ipertensione. I dati del presente studio indicano che le nefropatie croniche rappresentano un problema sanitario in crescita, e trattamenti come il controllo dell’ipertensione nei primi stadi delle nefropatie croniche pu? prevenirne la progressione verso le nefropatie terminali, che a loro volta sono aumentate negli ultimi 30 anni, e verosimilmente continueranno ad aumentare fino al 2010. (MMWR Morb Mortal Wkly Rep. 2007; 56: 161-5)

 397 total views,  1 views today

1 122 123 124 125 126 143

Search

+
Rispondi su Whatsapp
Serve aiuto?
Ciao! Possiamo aiutarti?